Era inevitabile. La scelta di abbassare i prezzi in occasione della gara tra Salernitana e Cittadella è destinata a fare ancora (e tanto) discutere. A voler guardare il bicchiere mezzo pieno l’iniziativa è figlia del momento di difficoltà attraversato dalla squadra con il club che ha deciso di chiamare a raccolta i tifosi, provando ad incentivare l’affluenza allo stadio. Fin qui nulla quaestio. Una scelta legittima da parte della società, se non fosse per la tempistica un tantino troppo tardiva rispetto a quest’appendice di stagione. Di contro però c’è anche una frattura netta con la stessa tifoseria e soprattutto con gli ultras che da tempo hanno annunciato la diserzione dall’Arechi come forma di protesta sull’operato della società negli ultimi anni, in termini di ambizione e programmazione. E siamo al nocciolo della questione. Alla frangia oltranzista del tifo, la decisione di abbassare il prezzo dei biglietti rischia di apparire come un tentativo – in tal caso fallito in partenza – di toccare la tasca della gente per (provare) ad eludere la protesta. Una versione del genere non farebbe altro che alimentare malumori e frizioni. Come a dire: che la Salernitana avrebbe un prezzo per i suoi tifosi, quando invece la fede per l’ippocampo ha valore assoluto ed è inestimabile. In poche parole per chi fa della Salernitana una ragione di vita, non è mai stata una questione di prezzo. Tutt’atro.
E pensare che, da quanto filtra, proprietà, dirigenza e management hanno ponderato a lungo la scelta, interrogandosi a lungo sull’opportunità di una sterzata del genere che di fatto ha dimezzato i prezzi dei biglietti rispetto al recente passato. Soprattutto alla luce del magro incasso raggranellato in occasione della precedente gara interna con il Venezia. Di fronte a numeri impietosi, ma comunque desideroso di rispondere alle sollecitazioni di una parte della tifoseria, il club granata ha deciso di fare un tentativo. Lo ha fatto proprio nei giorni delle prove di disgelo con il mondo ultras e il prezzo calmierato, proposto agli spettatori per la sfida al Cittadella, potrebbe anche stizzire. «Non è una questione di prezzo ma di rispetto», hanno più volte spiegato gli ultras della curva Sud Siberiano, che per il momento restano in laborioso silenzio, ma che potrebbero anche manifestare il proprio punto di vista – o disappunto che dir si voglia – a pochi giorni dalla prossima sfida casalinga con la formazione veneta.
E’ giusto sottolineare anche che, molto probabilmente, nelle intenzioni della proprietà il ribasso era ed è più un tentativo estremo di intercettare gli indecisi piuttosto che quello di soffiare sul vento della polemica. Un’apertura, insomma, nei confronti di chi allo stadio già non andava, lamentando tariffe fuori portata e sproporzionate rispetto al tenore dello spettacolo calcistico offerto.
Non sempre però le intenzioni corrispondono alle azioni. «Sarà un autogol», ha detto in queste ore chi ha deciso di confermare sfiducia e contestazione ad oltranza, perché ritiene sia già tempo confrontarsi sui programmi che devono far seguito alla letterina d’intenti firmata dai co-patron Lotito e Mezzaroma. C’è chi invece spinge al rientro della protesta «per il bene della Salernitana e perché la salvezza non è al sicuro». E stavolta non è certo questione del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.