La Salernitana riprenderà domani ad allenarsi in città, ma lo farà con l’animo risollevato dopo le notizie positive di ieri sera. Chissà quando sarà dato il rompete le righe definitivo, ma, di certo, la società terrà ben in mente il calendario degli eventi in vista del Centenario, ragion per cui farà sicuramente in modo che i calciatori possano partecipare alle celebrazioni. La sensazione è che in tutta questa stagione la squadra non abbia avuto una guida, né in campo né fuori, che non abbia avuto un obiettivo preciso da perseguire e che non sia riuscita mai del tutto a calarsi nella realtà di un ambiente che dà tanto e chiede tanto, se per tanto si intende vedere una squadra che dimostri attaccamento alla maglia. Quest’anno, però, dovrà essere ricordato non tanto per i risultati ingloriosi ottenuti sul campo, per sconfitte indecorose come quella col Carpi in casa, o per non essere riusciti a scollinare quota 40 in classifica o per aver avuto una difesa colabrodo ed un attacco latitante. No, questa stagione dovrà essere ricordata per tutto quello che ha fatto da contorno al fatto meramente agonistico. Dovrà essere ricordata per il clima avvelenato che s’è respirato in città, per le divisioni tra i tifosi, per le offese a più riprese dispensate agli stessi da chi ancora oggi rappresenta la società. Lotito ha sbagliato ogni qual volta ha tirato in ballo la storia e, forse, a forza di tirar fuori la storia dei tanti anni di C, ad un certo punto si sarà convinto che quella categoria fosse l’ideale per la Salernitana. Magari, il patron ci sarà rimasto male quando ha toccato con mano gli effetti a medio e lungo termine della diserzione ed avrà capito che uno stadio è un luogo di festa e di condivisione di valori che non sono solo sportivi, nei quali si identifica una comunità. Questa comunità, ora, ha bisogno di rigenerarsi, di respirare aria nuova e dovrà essere la proprietà a muovere passi concreti in questa direzione. E, dunque,è necessario che dai vertici partano messaggi di altro tenore, rivolti a tutti. I patron devono usare un linguaggio nuovo, abbandonare arroganza, spocchia, distacco, e sposare la linea della condivisione, dell’inclusione, di un approccio più umile, ma soprattutto inaugurare una stagione all’insegna della trasparenza, della chiarezza, della linearità nella comunicazione e nel rapporto con la piazza che ha bisogno di risposte già nell’immediato a domande che da tempo sono state poste. Dando per assodato e scontato che Lotito e Mezzaroma saranno alla guida della Salernitana anche in futuro, la prossima stagione sarà quella del reale riscatto? E con quali figure dirigenziali e tecniche si cercherà di avviare un nuovo ciclo? Resterà Fabiani? Resterà Menichini? Cosa si farà per il settore giovanile? Cosa si sta facendo, intanto, per il Centenario? La società ha organizzato degli eventi o sarà semplicemente ospite d’onore? Si apriranno le porte degli allenamenti? Si andrà nelle scuole, ad esempio? Si farà qualcosa per avvicinare la squadra al tessuto sociale? Si cercherà di coinvolgere di più anche la provincia? Il rilancio ed il riscatto dopo una stagione così ingloriosa passano attraverso questi ed altri punti.
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1 commento su “ORA I PATRON DEVONO LAVORARE PER IL RILANCIO”
mai satellite della lazio
(Maggio 14, 2019 - 12:30 pm)ORA I “PATRON” SE NE DEVONO ANDARE…!
QUATTRO ANNI NON VI BASTANO?
A NOI SI ..SONO STATI ANCHE TROPPI..
STADIO VUOTO SE NON VANO VIA ..QUESTO SARA’
UNA VERGOGNA ASSOLUTA DEGNA DI SALERNO CITTA’ MORTA
LIBERATE LA SALERNITANA
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