“Oggi è un giorno storico per la Campania. Grazie al Movimento 5 Stelle il Consiglio regionale ha approvato il taglio dei vitalizi. Un provvedimento per il quale ci stiamo battendo fin dal primo giorno di questa legislatura, con emendamenti e proposte di legge che sono state sistematicamente bocciate o lasciate ammuffire nei cassetti. Con il Movimento 5 Stelle al Governo del Paese siamo stati costretti a minacciare le Regioni, intimandole di tagliare i vitalizi pena il taglio del 20% dei trasferimenti statali sulla spesa libera. Oggi questa legge è stata firmata da tutti, ovvero anche da quelle stesse persone che per quattro anni hanno ostacolato in ogni modo le nostre battaglie per cancellare il più vergognoso dei privilegi della politica. Del resto in Consiglio regionale siedono una quindicina di consiglieri che percepiranno il vitalizio, in evidente conflitto di interessi. Per questo non possiamo che affermare con orgoglio che questa è una vittoria esclusivamente del Movimento 5 Stelle. Ad oggi il Consiglio regionale paga 11 milioni di euro l’anno per i vitalizi regionali con soldi dei cittadini. Se ci avessero dato ascolto prima, dal 2015 avremmo risparmiato circa 3,5 milioni l’anno. Oggi ce l’abbiamo fatta, grazie a un Governo illuminato questo privilegio sarà finalmente cancellato anche in Campania. Un altro passo per diminuire la distanza tra la politica e i cittadini”. Lo annuncia la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.
“Avremmo voluto e potuto perfezionare il testo portato oggi all’esame dell’aula – aggiunge Ciarambino – introducendo il divieto di cumulo con altri assegni vitalizi e l’innalzamento dell’età per il percepimento da 60 a 66 anni, così da parificarla a quella di un qualunque dipendente pubblico, ma i nostri emendamenti, in linea con una proposta di legge che abbiamo presentato nelle scorse settimane, sono stati bocciati. Così come ci è stata negata la discussione di queste stesse proposte in sede di Commissione. Il testo, uguale anche nelle virgole a quello dell’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni il 17 aprile, è infatti giunto all’esame della Commissione il 19 maggio. Più di un mese per un “copia e incolla”, a 11 giorni dal termine previsto dal legislatore statale per la sua approvazione, così da comprimere i tempi di discussione, violando anche l’articolo 43 del regolamento che impone la discussione in congiunta di tutte le proposte di legge sul tema. Segnale, l’ennesimo della differenza tra chi fa politica per i cittadini e chi esclusivamente per sé stesso”.