Un grande sospiro di sollievo dopo una partita lunghissima, quasi infinita, cominciata sotto un sole spietato e finita quando in Laguna fa capolino la luna. La Salernitana evita la retrocessione grazie alla parata di Micai sul tiro dal dischetto di Bentivoglio, seguito dall’errore di Coppolaro, e grazie alla freddezza dei suoi rigoristi, l’ultimo dei quali, Di Tacchio, segna e si abbandona ad un pianto liberatorio, a dimostrazione della tensione e della paura che da settimane attanagliava un gruppo che aveva bisogno di una guida e che solo dopo l’avvento di Leonardo Menichini ha ritrovato un minimo di serenità. Ieri Salerno ha vissuto uno
dei giorni più lunghi della sua centenaria storia calcistica, passando dalla speranza alla paura fino alla esultanza liberatoria che ha dato l’ultimo e definitivo segnale di via libera ai festeggiamenti per il Centenario, perchè, per quanto si volessero scindere i due ambiti, è innegabile che la retrocessione avrebbe reso tutto più amaro. La sofferenza attraverso cui si è passati per arrivare alla tanto sospirata salvezza ora lascia il posto alla voglia di Salerno di festeggiare non tanto i granata di oggi, ma la sua storia calcistica, il suo patrimonio di ricordi in cui trovano posto tanti momenti di passione collettiva come quello di ieri al Penzo. Mille tifosi al seguito per uno spareggio salvezza sono la conferma della voglia di calcio di questa città di cui anche il proprietario del Venezia, Tacopina, ha preso nota. E mentre l’amministrazione comunale sta ultimando gli ultimi preparativi per le celebrazioni del 19 giugno, è bene che fin da oggi la proprietà si proietti nel futuro. Tra un mese sarà già tempo di ritiro e, dunque, fin da ora c’è bisogno di gettare le basi perchè la prossima stagione sia migliore, ma soprattutto diversa.