Una tempestiva e puntuale verifica: è quanto chiedono, per il progetto di Porta ovest, “Liberamente Insieme, Salviamo gli alberi ed Io Salerno”, attraverso una lettera denuncia con la quale si fa riferimento ad un virgolettato dell’architetto Pica Ciamarra nel corso dell’ultima udienza del processo ‘Porta Ovest’, in corso presso la Sezione Penale del Tribunale, che vede coinvolte 21 persone tra tecnici, amministratori e professionisti. In base alla dichiarazione del progettista : “Il disegno esecutivo di Porta Ovest è totalmente difforme da quello definitivo che ha redatto il mio studio”. Come si evidenzia nel testo della lettera, quel progetto, come rilevabile nella documentazione del tempo, aveva ricevuto tutte le previste autorizzazioni amministrative e anche l’approvazione finale da parte del Consiglio Superiore dei LL.PP. nel Novembre del 2011. In effetti, una delle accuse formulate dalla Magistratura Inquirente è proprio quella di aver assegnato alla Tecnis, alla unanimità e con il massimo punteggio (sembra), l’appalto dei lavori del primo stralcio secondo lotto (le gallerie) nonostante la difformità sostanziale rilevabile tra il progetto esecutivo presentato dalla società e quello definitivo dello studio Pica Ciamarra. Circostanza, questa, che avrebbe dovuto causarne l’esclusione, fanno notare i firmatari della lettera per i quali la dichiarazione del progettista alimenta, ora, il timore che l’opera in corso di realizzazione, con l’im-bocco su via Ligea a un livello più basso e con lo scavo più in profondità nella montagna, possa essere privo delle prescritte approvazioni e delle preliminari verifiche idrogeologiche concernenti la natura e la consistenza delle rocce, la presenza di falde e la compattezza dei manufatti in superficie del rione Canalone.
“A parere delle scriventi, appare indispensabile verificare immediatamente la piena regolarità dei lavori tenuto anche conto che sono state recentemente diffuse notizie su un possibile ricorso all’uso di esplosivi, su una richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Società Autostrade per oltre un milione di euro, per presunti danni arrecati alle fondamenta del sovrastante viadotto Olivieri, e su una diffida della stessa a proseguire negli scavi.
In presenza di una testimonianza grave e di grande rilevanza, spetta al Magistrato Giudicante assumere le necessarie decisioni a garanzia della integrità del territorio, della salute e della incolumità dei cittadini, tenendo presente le responsabilità conseguenti a denegati eventi attribuibili ad un mancato preliminare accertamento della sostenibilità del progetto.