A Pisa fu vera libidine. Nella stagione 2007- 08 Gian Piero Ventura diede una sterzata alla sua carriera proponendo quel 4-2-4 che fece spettacolo e che proiettò una squadra non certo attrezzata per competere con le big in una dimensione insperata, ma ampiamente meritata. In quel contesto di gioco si esaltò il talento dell’allora ventenne Alessio Cerci, che aveva voglia e gamba per solcare la fascia destra e tagliare dentro il campo per sfruttare il suo sinistro affilato. Nella città della Torre pendente Gian Piero Ventura firmò un autentico capolavoro in tandem con il diesse Petrachi. Al tecnico genovese, sussurra qualcuno, i pisani pensavano sarebbe riuscito anche il miracolo di raddrizzare la Torre tanto videro farsi concreta e prendere forma la possibilità di centrare una incredibile promozione. Oggi Ventura e Cerci sono avversari del Pisa, ma sono ricordati con affetto dalla tifoseria nerazzurra. L’allenatore ligure e l’attaccante laziale si sono ritrovati a Salerno dopo aver vissuto un’altra favola a Torino, ma se per Ventura i primi mesi all’ombra dell’Arechi sono stati positivi, non si può dire lo stesso per Cerci, che fatica a trovare la forma di un tempo. Contro il Perugia è entrato a due minuti dalla fine con la squadra in vantaggio, ma non è riuscito a dare ai suoi compagni quello che da lui ci si aspettava in termini di qualità nella gestione del pallone. A fine partita Claudio Lotito non ha nascosto un certo disappunto per il suo rendimento, ma anche e soprattutto per l’approccio mentale alla gara e, forse, più in generale alla sua avventura a Salerno. Ventura crede molto in Cerci e sa che ora non può essere quel calciatore ammirato in passato, ma anche l’ex Torino deve fare qualcosa in più per farsi trovare pronto quando viene chiamato in causa. A Pisa l’ultima vittoria granata porta la firma di un altro ex Toro, quell’Alessandro Rosina che il primo aprile 2017 decise la sfida in Toscana alimentando quel sogno playoff che per la Salernitana di Bollini sarebbe svanito di lì a poche settimane. Ora Rosina è un separato in casa. Fuori lista nel suo ultimo anno di contratto, pagato per non giocare a calcio dopo tre stagioni in chiaroscuro. Corsi e ricorsi sotto la Torre dove più di dieci anni fa si cullò il sogno della A sulle ali del 4-2-4 di mister libidine.
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