Un intrigo diplomatico, se non proprio un caso. La Salernitana e la Lazio, da una parte, la Federcalcio della Polonia, dall’altra, e nel mezzo Patrick Dziczek, giovane stellina che il club di appartenenza e quello presso cui è in prestito hanno deciso di maneggiare con cura, onde evitare che il suo talento potesse bruciarsi alla prova del fuoco del campionato italiano, ed al quale, invece, la Nazionale Under 21 della Polonia non vuole rinunciare. In fase di apprendistato a Salerno da oltre due mesi, in patria il centrocampista polacco è considerato un punto fermo dell’under 21 ed un prospetto molto interessante anche in ottica nazionale maggiore. Del resto, se a venti anni hai vinto il titolo nazionale con la squadra della tua città ed hai già raccolto presenze nelle coppe e nelle competizioni internazionali con la tua nazionale di categoria, sei già qualcosa in più di una semplice promessa per un movimento emergente come quello polacco che negli ultimi anni è tornato a produrre giocatori importanti e a riproporsi a buoni livelli anche con la nazionale maggiore. Va da sé, allora, che per la nazionale under 21 polacca Dziczek sia un giocatore fondamentale, un perno, una certezza a cui non si rinuncia a cuor leggero. Se a ciò si aggiunge la voglia matta del calciatore di scendere in campo, tanto più che in granata non ha mai trovato spazio, ecco che può capitare l’incidente diplomatico. Basterebbe semplicemente citare le parole di Gian Piero Ventura che, dopo la gara di Pisa, aveva detto che gli impegni con la nazionale tolgono a Dziczek la possibilità di lavorare durante la sosta per imparare i segreti del calcio italiano ed al tempo stesso lo restituiscono anche diverso da come era partito. E, magari, anche un po’ acciaccato , come capita molto spesso tanto che i club da tempo si battono per ridurre gli impegni delle Nazionali al fine di preservare i calciatori e non esporli al rischio di infortuni e di usura per i troppi impegni. Ed allora, in presenza di un infortunio diagnosticato e certificato con dovizia di particolari, la Salernitana si aspettava che Dziczek non fosse convocato. Così non è stato e, dunque, salvo retromarce, per le quali, appunto, le diplomazie lavorano, il polacco dovrà comunque fare le valigie e sottoporsi a controlli ed accertamenti anche in patria per poi eventualmente tornare a Salerno perchè è fuori discussione che non sia in grado di giocare a stretto giro. Dziczek potrebbe debuttare in granata tra qualche settimana, mentre a gennaio potrebbe far ritorno a Salerno dalla Lazio Andrè Anderson, altra stellina biancoceleste che, dopo un anno di ambientamento in granata, è stato richiamato alla base. Alla Lazio non ha trovato spazio, ma si sta imponendo nell’under 20 allenata da Bollini e, visto che Ventura lo apprezza, Tare e Lotito stanno pensando di affidarlo alle cure dell’ex ct insieme a Minala, ora in forza alla primavera laziale di Menichini, divenuto ormai una certezza del mercato di gennaio per la Salernitana. Anche in questo caso si lavora di diplomazia, ma non è escluso che alla fine solo Anderson torni in granata, mentre Minala potrebbe accettare la corte della Viterbese, pronta a garantirgli un ruolo di primo piano. Per l’attacco, invece, si segue il gigante francese Charpentier, ora in prestito all’Avellino, ma per il salto di qualità gli obiettivi dovrebbero essere calciatori più pronti e rodati: La Mantia, Moncini e Torregrossa a gennaio animeranno il mercato delle punte e potrebbero essere opportunità importanti anche per una Salernitana più ambiziosa.
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