La cittá del Capo non è in Africa ma qui da noi, a Salerno.
O forse siamo noi che siamo in Africa.
L’occupazione del potere pubblico è senza pudore, davanti a tutti, come ostentazione della voce del Padrone.
Le societá miste sono diventate sistemazione degli ascari del regime dove i lacchè fanno politica con le nomine remunerate dell’apparato pubblico.
Una cittá dove solo gli amici del Capo trovano nomine dirigenziali. Basta prendere il caffè al bar per sentire che qui lavorano solo quelli che rendono omaggio elettorale al Capo, qui la casa gliel’ha data il Capo.
Una vergogna alla quale anche i nostri concittadini, proni alle volontá politiche del Capo, non si sottraggono con il loro acritico e passivo voto per cui diventano complici di un sistema malato.
La vergogna allora non sta tanto nel fatto che a Salerno accada questo ma la vergogna sta nel fatto che i cittadini non si indignano e non protestano.
Occorre immediatamente reagire e il nuovo Sindaco dovrá necessariamente provvedere alla nomina dei vertici delle societá miste in copartecipazione con un sistema a doppio cieco valutato da enti terzi.
La differenza ce la giocheremo sulla indipendenza e sulla apertura a tutta la cittá.
Noi siamo pronti.