A poco meno di tre settimane dal blocco e dall’avvio di quarantena per tutti, anche la città di Salerno registra un primo decesso di un anziano risultato positivo al coronavirus, residente nel quartiere Torrione, ricoverato al Ruggi di Salerno da una settimana , che già da tempo combatteva contro un tumore metastatico.
Dall’ultimo bollettino dell’unità di crisi della Regione Campania anche all’azienda ospedaliera di Salerno aumenta il numero dei tamponi effettuati che generalmente si attesta su un 15/20% di positivi al giorno. Tutti pieni i posti letto riservati d’urgenza ai
ricoverati per coronavirus, mentre si annuncia un incremento per il Ruggi di 11 posti letto per pazienti Covid-19 con terapia intensiva e sub-intensiva con possibilità di ventilazione assistita e monitoraggio dei parametri dei parametri vitali. Trenta in questo modo i posti letto messi a disposizione con all’attivo 8 posti letto ordinari di malattie infettive, 6 posti di terapia sub-intensiva dedicati, 2 di terapia intensiva oltre a tre posti letto al Pronto Soccorso destinati all’assistenza intensiva di pazienti sospetti in attesa della conferma del tampone.
Il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca intanto nella tarda serata di ieri ha firmato una nuova ordinanza che dispone nuove misure restrittive con divieti di uscita fino al prossimo 14 aprile. Le previsioni per i prossimi giorni non sono ottimali anzi la situazione potrebbe esplodere in maniera drammatica.
I prossimi dieci giorni saranno da noi un inferno ha scritto De Luca in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Siamo alla vigilia di una espansione gravissima del contagio, al limite della sostenibilità. La missiva è stata inviata anche al ministro della Salute, a quello degli Affari Regionali e al ministro per il Sud. Il Governatore se da un lato sottolinea gli sforzi fatti fino ad oggi dall’altro rimarca che il mancato invio da Roma delle forniture essenziali per il funzionamento dei nostri ospedali potrebbe compromettere notevolmente la situazione.
Dopo aver creato decine di posti letto nuovi per la terapia intensiva, rischiamo di non poterli utilizzare per mancanza di forniture essenziali.
Zero ventilatori polmonari; zero mascherine P3; zero dispositivi medici di protezione. A fronte di un impegno ad inviare in una prima fase 225 ventilatori sui 400 richiesti, e 621 caschi C-PAP, non è arrivato nulla. Dati che suonano e che pesano in maniera brutalmente chiara.