Il desiderio di libertà, il desiderio ed il piacere della normalità. E’ quanto emerge dalle testimonianze, dalle riflessioni di chi ormai da un mese racconta, giorno per giorno, come si vive l’emergenza del coronavirus, Scrivere oggi per leggere domani. E’ questo il senso di “Diario di un popolo in quarantena”, il gruppo pubblico di utenti dei social lanciato sul web dal Centro Studi per la Storia di Cava de’ Tirreni, istituito dall’Amministrazione Servalli e diretto dal prof. Giuseppe Foscari, docente di Storia Moderna, Storia dell’Europa e Storia delle Organizzazioni Politiche in età moderna. presso l’Università di Salerno.
Un’iniziativa nata per coinvolgere tutti coloro costretti a restare in casa, che ad oggi conta 3600 iscritti, una vera e propria sfida partita da Cava de’ Tirreni che oggi unisce nelle pagine del diario tante persone di tutta Italia, tanti “autobiografi della quarantena”. Pensieri, riflessioni, note, pagine di vita, piccoli racconti, confessioni di “depressione” o di positiva resilienza, una sorta di memoria collettiva che punta a ricostruire un’esperienza di vita, materiale per costruire una riflessione utile a storici, psicologi, sociologi, antropologi , studiosi a vario titolo. Un vero e proprio archivio del vissuto ai tempi del coronavirus, un evento emergenziale che sta segnando la storia, pagine che potranno servire per dare una nuova lettura ad un nuovo stile di vita – ha dichiarato il professore Giuseppe Foscari.