Parte oggi il bando destinato alle microimprese, che potranno ottenere un contributo di duemila euro. Non tutti, però, sono garantiti nei loro interessi e non mancano le voci fuori dal coro. Un grido d’allarme, ma anche di dolore. Una richiesta di attenzione e di aiuto, quella inviata, tramite lettera, dai trecento e più membri dell’Associazione Commercianti Salerno
Autonomi e Partite Iva Campania al Governatore De Luca. Nella missiva l’Acs chiede al Presidente della Regione Campania di focalizzare la sua attenzione su una categoria che comprende tanti imprenditori e lavoratori, che hanno già subito perdite pesantissime. Tra i settori più colpiti ci sono quello turistico- alberghiero, della ristorazione, del commercio al minuto. Per questi settori si chiedono misure di sostegno come contributi a fondo perduto per la misura da marzo e fino alla fine dell’emergenza sotto forma di una quota pari al 100% del fitto dei locali commerciali e delle utenze, una quota parte del mancato utile tra il 50 ed il 15% del fatturato, una quota parte della rata di ammortamento degli investimenti effettuati da calcolare sui bilanci dei cinque anni precedenti, una quota parte delle materie prime andate a male, scadute, o di beni invendibili calcolata sul 60% del valore in fattura. Questi, si legge nella lettera, sono gli aiuti urgenti da destinare a quelle imprese e a quei settori particolarmente colpiti. Non mancano anche proposte per la fase 2 che, in attesa di un vaccino, imporrà a determinate attività, bar, pizzerie, ristoranti in primis, l’adozione di misure di prevenzione che comporteranno la riduzione della normale attività e di conseguenza degli incassi. Ed ora si attende la risposta del Governatore.
1 commento su “BANDO PER LE MICROIMPRESE: L’APPELLO DELL’ACS A DE LUCA – ”
Eduardo
(Aprile 20, 2020 - 3:46 pm)Salve,io sono un’odontotecnico libero professionista che,dall’inizio dell’emergenza,non ho potuto più esercitare la professione regolarmente in quanto gli odontoiatri con cui collaboro hanno ridotto,fino alla chiusura momentanea,la loro produzione di lavoro non perché sia stata obbligata la loro chiusura ma perché potevano e possono effettuare solo le urgenze ( comunemente chiamate mal di denti)che non coinvolgono il nostro operato. Quindi non capisco il perché il nostro codice ATECO non è inserito nell’elenco delle attività che possono attingere a questo bonus nonostante la grave perdita che abbiamo avuto noi di questa categoria dall’inizio di questa maledetta urgenza. Spero tanto che questa possibilità sia ripresa in considerazione e penso di parlare per la maggior parte della categoria.
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