ATENA LUCANA, C’E’ UNA NUOVA SCUOLA PER L’ACCOGLIENZA

Una sede che da Atena Lucana diventa riferimento per la formazione, l’inclusione e l’accoglienza di tutto il territorio del Vallo di Diano.  Il CPIA “Paulo Freire” di Salerno, guidato dalla dirigente Maria Montuori, ha, da oggi lunedì 30 settembre,  la sua sesta sede, inaugurata con un convegno dove non è mancata l’emozione per il traguardo raggiunto che, come ha evidenziato la dirigente, è “il risultato di una filiera virtuosa con le istituzioni e le associazioni”. E difatti la Regione, con l’assessore Lucia Fortini, l’ufficio scolastico con il Provveditore Mimi Minella, il sindaco Vertucci, Don Vincenzo Federico ed i rappresentanti di tante associazioni hanno partecipato al taglio del nastro della sede che sarà ospitata al piano superiore della Scuola secondaria di primo grado di Atena Lucana. “Non potevamo inaugurare meglio il nuovo anno scolastico che operativamente parte oggi per i nostri oltre 1200 alunni – ha aggiunto la preside Montuori- ha ragione l’assessore Fortini quando ci definisce  la scuola della seconda possibilità e dove ognuno può realizzare se stesso ed il suo sogno” . Il Vallo del Diano, fortemente interessato dal fenomeno dell’immigrazione, che trova nelle politiche sociali di molti Comuni grande attenzione, punta con la nuova sede del CPIA a  garantire la vera integrazione che può avvenire soprattutto se si supera la barriera linguistica e di conseguenza con il conseguimento di un titolo di studio. Il territorio del Vallo del Diano ha espresso un grande bisogno formativo in tal senso. L’attivazione di una nuova sede associata nel Comune di Atena Lucana consente  di rispondere al crescente bisogno formativo dell’utenza del Vallo del Diano, dal momento che in quel territorio della provincia di Salerno non era presente nessuna sede associata e fino ad oggi veniva garantita con un punto di erogazione. Il CPIA di Salerno è un’istituzione scolastica che può garantire il conseguimento di un titolo di studio agli adulti italiani che ne sono ancora sprovvisti e permettere loro di rientrare in formazione anche per cogliere migliori opportunità lavorative; può agire al contempo sull’inclusione sociale della popolazione immigrata mediante l’integrazione linguistica, grazie ai percorsi di alfabetizzazione in italiano L2 erogati.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro