AUTONOMIA DIFFERENZIATA, LA PROPOSTA DEL PD DI SALERNO –

Non solo opposizione ma anche la volontà di presentare una proposta per fermare una riforma che, come ha detto il presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, sancisce la slealtà dello Stato verso il Mezzogiorno. O che aumenta i divari già esistenti nel nostro paese come ha evidenziato il deputato salernitano Piero De Luca che con il sindaco di Salerno ed il segretario del Pd, Enzo Luciano ha partecipato ad una conferenza stampa per presentare una proposta in Parlamento ed un ordine del giorno da far condividere a partire da Salerno e dalla Campania per far sviluppare un dibattito che evidenzi gli errori del disegno di Calderoli. De Luca ha rivolto un appello trasversale a tutte le forze politiche affinché si faccia un fronte comune per chiedere di definire i Lep, ricordando che deve essere il Parlamento e non il Governo ad approvarlo e su tutte le materie, il parlamento deve essere pienamente coinvolto nelle intese non solo ascoltato in maniera non vincolante. Sono a rischio i servizi essenziali per i cittadini. Premesso che: in data 2 marzo 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato un Disegno di Legge avente ad oggetto: “Disposizioni per l’attuazione della autonomia differenziata delle regioni a Statuto ordinario” che è stato presentato alle Camere con l’obiettivo di definire la cornice procedurale per l’attuazione di quanto previsto dall’art. 116 terzo comma della Costituzione, il quale prevede che possano essere attribuite alle Regioni a statuto ordinario forme e condizioni particolari di autonomia concernenti le 20 materie di cui all’art. 117 comma 3 e le tre materie indicate allo stesso art. 117 comma 2 relative alle lettere “I”, “n” ed “s”. Considerato che: il disegno di legge presentato dal Governo ha suscitato consistenti perplessità e notevoli critiche, da parte di studiosi e costituzionalisti, da parte di numerose Regioni, da parte delle associazioni di Comuni e Province nonché da associazioni di categoria e forze sociali, che individuano il rischio di una frammentazione del tessuto istituzionale della Repubblica ed una non chiarita distinzione tra competenze legislative e funzioni amministrative e la conseguente indeterminatezza e confusione su quali verranno effettivamente attribuite e su come verranno salvaguardate anche sotto il profilo finanziario le funzioni pubbliche oggi assicurate dagli enti locali a cui, va ricordato, l’articolo 118 della Costituzione attribuisce, innanzitutto, l’esercizio delle funzioni amministrative; nel disegno di legge non viene assicurata la centralità del Parlamento, né il ruolo degli enti locali, soprattutto per quanto riguarda la individuazione, la definizione e il finanziamento dei LEP; il testo proposto tende ad aumentare di fatto i divari tra Nord e Sud del nostro Paese, in termini di reddito, di istruzione, della qualità della assistenza sanitaria, delle politiche sociali, di capacità di offerta e di diritto di accesso ai servizi più in generale; il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte e con interventi pubblici esortato tutti i rappresentanti delle istituzioni, a tutti i livelli, ad essere impegnati in azioni che non lascino indietro i più deboli, sia che si tratti di singole persone sia che si tratti di intere Regioni; i diritti sociali rappresentano un capitolo fondante del patto istituzioni-cittadini, mentre questo disegno delinea un assetto istituzionale che mina la solidarietà nazionale rendendo strutturale le diseguaglianze. Ritenuto che: il modello di regionalismo configurato dal disegno di legge governativo non è sostenibile anche alla luce dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione della Repubblica: solidarietà (articolo 2), uguaglianza (articolo 3), sussidiarietà (articolo 118), perequazione (articolo 119); sia necessario sviluppare un confronto che coinvolga istituzioni, partiti, cittadini, università, realtà associative, comunità ed esperti al fine di fare pesare la volontà popolare che mira a garantire il principio di eguaglianza tra cittadini e tra i territori e assicurare l’unità nazionale, che non può essere un semplice sentimento, ma un principio che deve tenere insieme le comunità del Nord e del Sud; l’Europa, attraverso il PNRR, al contrario di questa proposta, punta a rafforzare la coesione sociale e territoriale. ad inviare la deliberazione di approvazione del presente atto di indirizzo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, ai gruppi parlamentari di Camera e Senato, al Presidente della Regione e ai gruppi consiliari regionali.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro