BABY GANG, REPRESSIONE CONTRO GLI SFRONTATI –

Fieri dei loro comportamenti, infastiditi dagli errori giornalistici sul conteggio in difetto delle auto danneggiate, alcune su commissione con l’indicazione del modello e del la targa. Appaiono così attraverso le intercettazioni sulla chat di whatapp “u sistema” che utilizzavano per comunicare tra loro i nove giovani , incensurati, quasi tutti poco più che diciottenni ad eccezione di un 29 enne, individuati come i presunti autori del raid vandalico nella notte tra il 10 e 11 ottobre scorso a Salerno. Alla base della scelta di passare la nottata a vandalizzare le vetture c’è il banalissimo obiettivo di divertirsi semplicemente, con la missione compiuta che viene festeggiata anche sulla chat di conquistare il titolo di vandali e di uscire sui giornali.

Ovviamente ci sono ulteriori dettali da chiarire. Nelle intercettazioni c’è chi propone una taglia di 50 euro sul danneggiamento di un’auto precisa, e chi davanti all’offerta di arrivare a dare fuco ad una vettura stoppa la proposta che non avrebbe consentito il previsto guadagno per chi parla della riparazione del vetro. Sono ulteriori aspetti dell’inchiesta che potrebbe far emergere a carico della gang  anche altri episodi di raid notturni per devastare automobili , registrati nelle sere successive all’ 11 ottobre. Ed anche se il fenomeno è lontano dalle aggressioni e da quanto sta accadendo a Napoli , inquieta la sfrontatezza del gruppo. Intanto, sull’emergenza baby gang a Napoli,  è intervenuto il presidente  della regione Campania, Vincenzo De Luca. “Io sono a favore di decisioni ferme” a partire dal “verificare la possibilità di abbassare la soglia di punibilità. Sono per responsabilizzare pienamente – ha aggiunto – anche sul piano patrimoniale i genitori quando ad esempio quando un figlio si rende responsabile di atti di vandalismo. Noi siamo impegnati in un programma vastissimo con ‘scuola viva’, ‘primavera del welfare’ e altri programmi educativi. Na c’è un tema che si chiama repressione che diventa indispensabile quando si vuole garantire tranquillità di una comunità”.

 

Autore dell'articolo: Marcello Festa