BATTIPAGLIA: LA SFIDA DELLA FRANCESE

C’era legittima attesa per l’esito del ballottaggio a Battipaglia dove a dispetto di quanto si è detto e scritto per troppi giorni, per tanto tempo, un po’ tutti i big della politica salernitana si sono accuratamente defilati temendo l’imboscata. Perchè Gerardo Motta, civico che godeva delle simpatie del Governatore De Luca e per il quale si è speso alla vigilia del faccia a faccia anche il segretario provinciale del PD Nicola Landolfi, alla fine della giostra non è riuscito a sfondare forse proprio perchè ritrovatosi nella terra di mezzo, sospeso tra il suo passato di militante attivo del centro-destra e nuova espressione del centro-sinistra, mentre Cecilia Francese, dal canto suo, ha sempre fatto fatica ad essere completamente, compiutamente, riconosciuta da quello che resta della classe dirigente del centro-destra salernitana. Paradossalmente questa è stata una fortuna perchè, probabilmente, i battipagliesi, da sempre a caccia di una autonomia politica, culturale e sociale si sono riconosciuti nella Francese presentatasi al cospetto dell’elettorato senza padrini, né sponsor, una scelta di perfetta e totale indipendenza che nel breve ha pagato, senza ombra di dubbio, ma che nel medio-lungo termine dovrà essere testata perchè ora viene il difficile per il comune capofila della, piana del sele che, al netto di qualsiasi valutazione socio-culturale, deve, prima di tutto, ripartire, riavviare il nastro, rimettere in moto una macchina da troppo tempo ferma in garage e che, invece, considerate le straordinarie potenzialità meriterebbe di sprintare e trascinare l’economia di una parte importante, determinante del territorio salernitano.

Autore dell'articolo: Marcello Festa