Il tridente come numero perfetto. Alberto Bollini ha scelto il “4-3-3” e i risultati gli stanno dando ragione. I risultati, ma soprattutto le prestazioni delle ultime tre gare contro Benevento, Brescia ed Entella stanno confermando la bontà della scelta. Il trainer granata ha fatto quello che era nelle sue corde, dando seguito a quanto aveva già fatto intendere in occasione della gara d’esordio a Bari quando rivoltò subito il credo di Sannino per imporre il suo spartito tattico: il “4-3- 3”. Poi un momento di black-out figlio anche di alcune defezioni e di una condizione fisica da ricostruire, i dubbi che lo hanno portato fuori strada fino alla svolta di Benevento, successiva alla sconfitta casalinga contro la Spal.
La svolta è arrivata, e si spera sia definitiva, grazie alla scelta del modulo e degli interpreti. E se Rosina non è più intoccabile, lo sono a tutti gli effetti il portiere Gomis, i centrali Bernardini e Tuia e Minala e l’insostituibile Coda. Intorno a questi pilastri il tecnico granata ha costruito la sua idea di squadra, il suo credo calcistico, ricevendo dal campo risposte importanti. Al resto, poi, stanno provvedendo i gol a grappoli di Coda ma quella era già una certezza. Ha avuto coraggio Bollini imponendo a Rosina un ruolo da comprimario, ha avuto coraggio nello scegliere il modulo e con questo sacrificando al ruolo di riserva di lusso un bomber di razza come Donnarumma e ancora ha avuto coraggio nello scegliere Tuia quale partner ideale di Bernardini. Resta ancora da sistemare in maniera definitiva centrocampo e tridente, ma in questi reparti tutto ruota intorno alla presenza di Minala e Coda, gli unici inamovibili. Ora i conti tornano perchè, intanto, la Salernitana subisce poco, perchè grazie al nuovo sistema di gioco ha affinato la sua capacità difensiva e migliorato la sua robustezza ed anche in questo caso la scelta è stata abbastanza dolorosa in quanto Bollini ha scelto Perico e Vitale a scapito di Bittante che pure immaginava un percorso diverso. Morale: fare gol alla Salernitana non è più così facile. E ancora. Stoppati mugugni e fraintendimenti ora tutti si sono messi a disposizione del tecnico mantovano all’interno dello spogliatoio. Adesso toccherà ancora a Bollini mantenere accesa la luce, tenere compatto e coeso il gruppo, puntando prima di tutto sulla (ri)trovata solidità della squadra, sulla tenuta difensiva –dote sconosciuta fino a poco tempo fa – ma incredibilmente redditizia soprattutto quando puoi permetterti il “lusso” di avere in prima linea un bomber di razza in uno straordinario momento di forma. Già, Coda. Per chiudere con i suoi titoli dai trenta gol in un anno e mezzo ai tredici di questa stagione c’è anche il filotto di quattro gare consecutive in cui è andato a segno. Cosa mai riuscita per lui in carriera. Ma i record sono fatti per essere superati e Coda domenica punta al pokerissimo.