E adesso cuore, testa e gambe al Cabassi. Una sorta di rivincita a distanza di poche settimane dal pareggio con sconfitta ai rigori di Carpi in coppa Italia. Ironia della sorte con lo stesso risultato 3-3 compresi i supplementari con cui la Salernitana ha pareggiato lunedì sera con la Ternana all’Arechi. Ieri Bollini ha portato la squadra in costiera e lo ha fatto con un battello partito da Salerno. Un bel gesto per cementare ulteriormente il gruppo. Prima in barca, poi a tavola si è riso scherzato e giocato. Adesso bisognerà provare a mettere in campo gli accorgimenti che il traienr granata ha già nella testa per evitare distrazioni difensive – e non solo – che rischiano di costare care. La Salernitana di quest’avvio di stagione sembra infatti quasi senza mezze misure. La squadra era tornata da Venezia con un punto in tasca e la soddisfazione di non aver subito gol (e di aver concesso poco all’avversario), lunedì sera, però, il gruppo si è svegliato l’incubo di avere concesso tre gol alla Ternana senza che gli umbri abbiano fatto nulla di trascendentale. Uno sforzo minimo ed una resa massima per le fere. La Salernitana versione casalinga ha mostrato lacune in fase difensiva, andando in controtendenza con quanto fatto vedere a Venezia. Proprio a Carpi, però, nella gara di Coppa Italia, Tuia e compagni avevano commesso diversi errori rimediando anche in quella circostanza tre reti come dicevamo. Un precedente che crea qualche apprensione ad Alberto Bollini, visto che sabato i granata saranno di scena di nuovo al Cabassi contro una squadra che viaggia a punteggio pieno e, cosa ancora più importante non ha ancora subito gol. Basti pensare che il Carpi ha conquistato sei punti vincendo di misura sia con il Novara, sia a La Spezia per una rete a 0.
Questo a conferma del teorema secondo cui è con la difesa che si vincono i campionati o, quanto meno, si scala la classifica. Anche Bollini lo sa e per questo il tecnico lavorerà in settimana con il suo gruppo per cercare di evitare le distrazioni del posticipo dell’Arechi. La Salernitana formato trasferta è stata ermetica, quella che ha giocato in casa ha concesso troppo. La spiegazione, forse, sta nel fatto che l’interpretazione delle gare con Venezia e Ternana è stata diametralmente opposta. In trasferta, pur non rinunciando al fraseggio, la Salernitana ha avuto un atteggiamento più guardingo, mentre in casa ha provato a spingere subito sull’acceleratore col rischio di pagare dazio in contropiede. Se si attacca con pochi uomini, il rischio di incorrere in ripartenze letali si riduce; viceversa, con più pedine in fase offensiva i pericoli aumentano.
Sul fianco destro la Salernitana ha sofferto e tanto: Pucino è incappato in una giornataccia, ma guai a puntare l’indice soltanto sul terzino. La difesa va in sofferenza, infatti, se attacco e soprattutto centrocampo non partecipa alla fase di non possesso. Gatto e Minala hanno aiutato poco il difensore ex Vicenza, pagando una condizione fisica non ottimale a causa della quale, una volta spintisi in avanti, faticavano a rinculare col risultato di lasciare praterie alla Ternana. La difesa è andata in affanno perché è mancata la giusta copertura nella zona nevralgica. In trasferta, con gli esterni d’attacco più disciplinati tatticamente, i centrocampisti possono giocare più vicini tra loro e mantenere più corte le distanze con la linea difensiva. A Carpi sarà importante non commettere gli errori di lunedì sera contro una squadra che sa aspettare il momento giusto per affondare il colpo. Bollini non dovrebbe cambiare spartito tattico né pedine, visto che Rosina e Schiavi anche ieri si sono allenati a parte. Col gruppo c’era Giuseppe Rizzo, al suo primo allenamento in granata. L’ex Vicenza proverà a ritagliarsi un posto tra i convocati, mentre Di Roberto ha l’obiettivo di guadagnare la forma migliore per poter andare almeno in panchina.