CALCIO, DAL 4-3-3 AL 3-5-2: I DUE VOLTI DELL’ITALIA DI SPALLETTI

L’Italia vista agli Europei di Germania 2024 ha deluso ogni aspettativa e, come era lecito pensare, è presto partita la caccia al colpevole dopo l’eliminazione contro la Svizzera. Nella sfida con gli elvetici, valida per gli ottavi di finale del torneo, gli Azzurri sono apparsi ben al di sotto del loro potenziale: impacciati nei movimenti, poco fluidi nella manovra e atleticamente indietro a livello di condizione. Gli esperti di risultati e previsioni calcistiche, come pure le quote sulla vincente degli Europei non hanno inserito alla vigilia del torneo l’Italia tra le favorite della competizione ma tra le più pericolose avversarie delle big, eventualità che però non si è vista nel torneo in Germania. La Spagna, incontrata nella fase a gironi, non è mai stata impensierita dal gioco degli Azzurri, che hanno a tratti subito il dominio iberico, pur terminando con un solo gol incassato.

Un elemento che ha causato senza dubbio malumori all’interno del gruppo azzurro era l’assenza di certezze per quanto riguarda il modulo da utilizzare. Il CT Luciano Spalletti è passato dal 4-3-3 al 3-5-2 in sole quattro partite disputate, suscitando molti dubbi tanto negli addetti ai lavori quanto, come si è visto, nei giocatori in campo. Contro la Croazia, la sfida da dentro o fuori nella fase a gironi, il tecnico toscano si è affidato al 3-5-2. In avanti, al fianco di Retegui, ha lanciato dal primo minuto Raspadori, lasciando in panchina Scamacca. A centrocampo ha rinnovato la fiducia a Di Lorenzo, suo pupillo al Napoli, nonostante le pessime prestazioni contro Albania e soprattutto Spagna. Nella difesa a tre è stato preferito Darmian adattato (dal momento che normalmente gioca laterale) piuttosto che un centrale puro come Gatti, Mancini o Buongiorno.

Contro la Svizzera è stato riproposto invece il 4-3-3, con il ritorno alla difesa a quattro. Il centrale della Roma trova posto dal primo minuto grazie all’esclusione di Calafiori (out per squalifica). Il CT Spalletti ha dispensato novità anche in mediana con Fagioli dal primo minuto a sostituzione di un deludente Jorginho, intoccabile Barella mentre l’ultimo posto è stato occupato da Cristante. Il reparto avanzato non ha però offerto meno grattacapi al tecnico della Nazionale, sempre alle prese con il gravoso dubbio tra Scamacca o Retegui.

L’unica certezza, a prescindere dal cambio di modulo, si è vista in porta. Donnarumma, capitano della Nazionale, è sempre stato saldamente tra i pali degli Azzurri e si è senza dubbio conquistato il titolo di miglior giocatore per quanto riguarda l’Italia. Proprio da parte sua è arrivata una chiara assunzione di responsabilità dopo il ko con la Svizzera, ammettendo senza giri di parole di aver dato vita ad un pessimo gioco e scusandosi nei confronti del pubblico, tanto allo stadio quanto a casa. Elemento che invece è probabilmente mancato nella conferenza stampa di Spalletti al termine dell’esperienza deludente ad Euro 2024, in cui ha preferito soffermarsi su altri aspetti, come la condizione non ottimale dei giocatori in campo. Un discorso che merita di essere fatto ma che non può valere come alibi dal momento che è un tema che riguarda la pressoché totalità dei calciatori in campo, a prescindere dalla nazionale che si prende in esame.

Autore dell'articolo: Redazione