Forse non tutti lo sanno ma la cannabis è una pianta la cui coltivazione risale almeno a 10mila anni fa. Questa pianta è nata in Asia Centrale e viene utilizzata per scopi medici da almeno 5 mila anni, come dimostrano diverse pubblicazioni. Come, ad esempio, il trattato di farmacologia cinese dell’imperatore Shen Nung, datato 2737 a.C., contiene il primo riferimento all’utilizzo della cannabis come medicina.
Anche nell’antica Grecia la cannabis veniva utilizzata per scopi medici. A testimonianza di ciò ci sono gli scritti di Erodoto che ci fa sapere come questa pianta venisse utilizzata per combattere diversi disturbi.
Nel nostro Paese, ad esempio, la cannabis terapeutica viene prescritta per curare e gestire i sintomi di molte patologie, tra cui il dolore nella sclerosi multipla o nelle lesioni del midollo spinale, il dolore cronico di origine neuropatica o oncologica, per il glaucoma e per la sindrome di Tourette.
Occorre considerare che la cannabis terapeutica è un fitoterapico a tutti gli effetti. Essendo farmaco, dunque, è sottoposta ad un severo regime di produzione e controllo qualità. L’utilizzo di cannabis a uso terapeutico è legale in Italia dal 2017. Da diversi anni, infatti, era ormai noto a tutti che questa pianta potesse combattere diversi disturbi grazie alle sostanze che interagiscono con i recettori endocannabinoidi, particolari proteine responsabili della regolazione di dolore, appetito, umore e memoria.
Cosa contiene la cannabis?
Tutto dipende dalle concentrazioni di THC e di CBD, il cui olio, ad esempio, è molto apprezzato oggi ed è possibile acquistare su siti specializzati e legali come www.cibdol.it. Quando si parla di cannabis legale, ci si riferisce a infiorescenze femminile di cannabis Sativa che hanno un basso contenuto di THC che per essere legale per la vendita e il possesso non deve superare la quantità dello 0,2% ma arriva a una soglia di tolleranza di una soglia al di sotto dello 0,6%.
La cannabis in veterinaria
Negli ultimi anni il consumo della cannabis nel mondo medico è stato allargato anche a quello veterinario. Nell’alimentazione animale, infatti, da tempo viene ammessa la cannabis come materia prima, ma solo quella derivante dalla varietà di cannabis sativa L. con un contenuto massimo di Thc dello 0,2%. Mangimi che vengono utilizzati da cani, gatti e cavalli come trattamento sintomatico di supporto alle terapie standard per la riduzione dell’ansia, sollievo dal dolore, miglioramento della mobilità negli animali con osteoartrosi.
Il mercato
Quel che è certo è che negli ultimi anni il mercato della cannabis ha subito un incremento molto importante. Secondo una recente indagine di mercato entro il 2028 la cannabis legale potrebbe generare un fatturato totale di 15,8 miliardi di euro, dei quali 7,5 derivante dalla cannabis ad uso medico, e 8,3 miliardi da quella ad uso ludico. Sono ben 23,5 milioni le persone in Europa che consumano cannabis a scopo ricreativo, di cui il 14% costituito da under 34. Cifre a cui vanno aggiunti 24,7 miliardi derivanti dalla cannabis industriale, per arrivare ad un mercato totale di 40,5 miliardi di Euro.