CAPACCIO PAESTUM, INDAGINI SULLE CHAT DEL 15ENNE –

Speranze ridotte al lumicino per Pietro. A quanto pare, sono state avviate le procedure per accertare la morte celebrale del 15enne di Capaccio Paestum ricoverato all’ospedale “Ruggi” di Salerno dopo essere stato ritrovato nella notte tra lunedì e martedì in una pozza di sangue nei pressi della sua abitazione. Per il minore che ha riportato una profonda lesione alla testa e la frattura del bacino, purtroppo non c’è stato più nulla da fare mentre proseguono le indagini per chiarire quanto accaduto al giovane. Secondo indiscrezioni il giovanissimo lunedì sera dopo aver concluso una videochiamata con gli amici sarebbe sceso in strada per poi essere ritrovato da un amico che aveva lanciato l’allarme non sentendolo più. Ad escludere il pestaggio e una violenza da parte di terzi sono i carabinieri della compagnia di Agropoli agli ordini del comandante Giuseppe Colella che indagano comunque sul caso a 360 gradi, passando al setaccio anche le chat e i messaggi contenuti nello smartphone del ragazzo, non escludendo neanche un gesto estremo del giovane, anche se a quanto pare non sono state riscontrate fratture agli arti ed il suo cellulare è stato ritrovato integro e subito sequestrato, dai militari dell’Arma, per ricostruire gli spostamenti prima che venisse ritrovato in Via Cupone, a pochi passi dalla sua abitazione. Ascoltati dagli inquirenti molti amici e studenti del liceo frequentato dal minore, mentre tutti si sono stretti nell’abbraccio alla mamma docente e al papà carabiniere, entrambi stimati, molto noti sul territorio. “Un ragazzo solare, adorabile, giocoso, ben voluto da tutti, adorato dalla sua famiglia e da tutti in suoi amici e compagni di classe – secondo il legale della famiglia – ma soprattutto non afflitto da alcuna depressione, patologia o qualsivoglia tipo di delusione, sconforto, problema, pensiero, peso o sofferenza. È un ragazzino sano, spensierato, amorevole, responsabile e soprattutto sereno. Capiremo cosa emergerà dalle indagini dei carabinieri”.

Autore dell'articolo: Brigida Vicinanza