Non avrà certamente indossato l’abito da sera più bello, ma sicuramente quello più pratico che calza a pennello con la filosofia del suo nocchiero. La Salernitana da ieri guarda tutti dall’alto verso il basso in classifica insieme alla corazzata Empoli. I granata hanno agganciato la vetta della classifica del campionato cadetto. Non accadeva da ventitré anni. Era il 14 dicembre del 1997, quando Di Vaio e compagni alzarono prepotentemente bandiera corsara in terra lagunare rifilando un perentorio 0-3 nello scontro diretto contro il Venezia. Da allora, i granata di Delio Rossi non lasciarono più il posto di comando, conquistando la storica promozione in serie A. Chiariamolo subito, a scanso di equivoci e di filippiche da parte dei soliti soloni o dei nuovi improvvisati tromboni, il parallelo è esclusivamente numerico: 17 i punti conquistati all’ottava giornata da Fabrizio Castoriù; 18 quelli della Rossiband.
La Salernitana di Castori è ben lungi dall’essere paragonata a quella dei vari Di Vaio, Artistico, Greco, Breda, i fratelli Tedesco, Galeoto e company. Ma il tecnico di Tolentino è stato capace, tuttavia, di conferire alla squadra quell’animo battagliero che si manifesta sopratutto quando c’è da soffrire e… da rimontare.
I granata, infatti, sono passati in svantaggio quattro volte nelle sette partite fin qui giocate sul campo; in tre di queste sono riusciti a rimediare, pareggiando con la Reggina e ribaltando il risultato contro Chievo e Cremonese. Eccezion fatta per il passo falso con la Spal a Ferrara, la squadra è stata più volte in grado finora di correggere approcci sbagliati in corso d’opera, mostrando di essere fisicamente in condizione nella maggior parte degli elementi e psicologicamente capace di soffrire senza farsi tagliare le gambe. Siamo ancora a inizio stagione, lo ribadiamo. Adesso comincia il tour de force. Adesso si comincia a fare sul serio. Ma se queste sono le premesse quanto meno c’è da poter… sperare.