Perquisizione in carcere, eseguita dagli uomini della Polizia Penitenziari dopo gli ultimi eventi critici accaduti nella Casa Circondariale di Salerno. A darne notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Sono stati trovati telefoni cellulari, penne USB e droga, tutto abilmente occultato. A Salerno denunciamo da tempo che in carcere i detenuti tentano di farla da padroni nelle celle che sembrano diventati call center telefonici, traffico di sostanze stupefacenti, aggressioni tra detenuti e al personale di Polizia Penitenziaria.
“La sicurezza non viene garantita da una popolata gestione del personale Segretario nazionale SAPPE della Campania Emilio Fattorello – che vede settori non operativi mentre si accorpano nevralgici postazioni del detentivo come in occasione della eclatante recente evasione che ha arrecato all’arma ne opinione.
Gli accordi sindacali tra le parti non sono rispettati e si tenta da parte del Direzione di modificare una Organizzazione del Lavoro mai realmente de tuttora vigente. Interrogazioni Parlamentari, indagini ministeriali, denu giudiziarie sembrano non bastare.
Lo Stato deve riprendere il Carcere di Salerno; il 25 saremo in piazza anc questo a Napoli”. Donato CAPECE, segretario generale del SAPPE, sollecita Ministro e Capo DAP a intervenire: “Quello di Salerno è l’ennesimo rinvenimento cellulari in una cella di un carcere italiano.
Il Ministero della Giustizia ed il Dipartimento dell’Amministrazione Peni dovrebbero con urgenza predisporre un piano di intervento finalizzato a contrastate questa drammatica realtà.
Nonostante i vari controlli, molti cellulari riescono ad arrivare tra le sbarre ponendo quindi la necessità di trovare soluzioni, tecnologiche e non, per ovviare al problema. E lo stesso vale anche sulla circolazione di droga nelle celle.
Non è accettabile e possibile tutto questo: sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che pu permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutto quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo.
