“L’impianto di compostaggio di Salerno, costato circa 30 milioni di euro, realizzato con pubblico denaro e per un importo di circa 3 volte superiore al valore di mercato, riaprirà nella migliore delle ipotesi, non prima di maggio/giugno del 2018.
E’ quanto abbiamo appreso dei vertici della Salerno Pulita che, smentendo quanto dichiarato dal sindaco Vincenzo Napoli secondo cui l’impianto per il recupero del rifiuto organico sarebbe ripartito a febbraio, hanno evidenziato che sarà necessario attendere ancora l’esito di alcune gare e la consegna di macchinari che non potrà avvenire prima di quattro mesi dell’affidamento delle stesse.
In tal modo si procrastina nel tempo il danno erariale per un impianto pubblico ormai chiuso già da un anno e mezzo, oltre che i danni ambientali ed economici derivanti dalla necessità di trasferire i rifiuti organici del capoluogo in impianti del Nord Italia.
I lavori in esecuzione e la necessità di sostituire già macchinari che sembrerebbero usurati, deriverebbero principalmente, anche a detta del management della partecipata del Comune, dalla pessima gestione dell’impianto e dall’assenza di corretta manutenzione che si è aggiunta agli errori di progettazione e di realizzazione di un impianto che si è rivelato un vero e proprio “pacco” per il quale sono stati sperperati ingenti risorse pubbliche.
Nei prossimi giorni chiederemo il dettaglio degli interventi che si sono resi necessari e che impediscono ancora, dopo circa 18 mesi (tempo sufficiente in città europea realizzare un impianto ex novo!) all’infrastruttura di ripartire.
Chiederemo conto dei costi già sostenuti e delle coperture finanziarie di quelli ancora da sostenere.
Chiederemo, altresì, di attivare la polizza fideiussoria fornita a garanzia dal precedente gestore per recuperare parte dei danni causati e se la stessa, come parrebbe, si dovesse rivelare non idonea, chiederemo ci accertare le responsabilità civili e penali di chi ha accettato garanzie inefficaci e reso possibile che la gestione potesse partire in assenza delle coperture assicurative o bancarie previste dalla norma.
Resta l’amarezza di dover constatare che, nonostante le gravi mancanze di ordine penale rilevate dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), il silenzio delle Autorità di controllo prosegue con grave pregiudizio per la Comunità salernitana che sarà costretta a pagare, con le tasse a suo carico, lo sperpero di danaro pubblico finora causato da comportamenti omissivi e “allegri” del Comune”.