Riusciranno i nostri eroi nell’impresa di garantire continuità sotto tutti i punti di vista alla vita della Salernitana anche oltre quella del trust che dovrà estinguersi alla fine del mese in corso? Riusciranno trustee, disponenti, Figc e potenziali acquirenti a mettere al centro di tutto il bene primario e cioè il futuro della Salernitana? Sulla scena attuale di persone mosse da puro e disinteressato amore per il calcio, per la maglia e la storia granata, proprio non se ne scorgono. Ci sono in ballo soldi e potere. Un posto in Consiglio Federale, uno scranno in Senato, piaceri e dispettucci vari da consumare intorno e sopra ciò che è in questo momento la Salernitana. Spolpata, disossata quasi, spremuta sicuramente come un limone: la passione della gente ha avuto un prezzo per questi signori ed anche molto alto come testimoniano le tariffe applicate per le gare interne in cui quasi sempre si è assistito ad uno spettacolo mortificante perché l’impegno da solo non porta punti, se non sostenuto dalle adeguate capacità tecniche. Biglietti come in Champions, merchandising ben avviato, contratti di sponsorizzazioni importanti (il main sponsor ha assicurato una cifra vicina al milione di euro, mentre i top sponsor hanno sottoscritto accordi da ottantamila euro in su), le golose rate dei diritti tv incassate e da incassare, qualche buon affare sul mercato da imbastire: finora la Salernitana è stata questo, nulla di più e nulla di meno per chi ha disposto, gestito, speso il nome della squadra cittadina. Tutto ciò è avvenuto davanti agli occhi di una intera città e le colpe sono anche e soprattutto di chi ha avallato o lasciato fare. La politica si è schierata usando la pancia più della testa, una parte del tessuto sociale salernitano ha dato sostegno e fiducia alla proprietà ed alla dirigenza e chi ha provato negli anni a scuotere le coscienze è stato messo alla gogna. Ora, però, tutti sono preoccupati perché in questo mare nero in cui naviga da mesi il trust certezze e porti sicuri non si sono ancora visti. E pretendere che arrivino ora, come il più classico dei colpi di teatro, appare difficile. Non resta che sperare che almeno per una volta il finale per Salerno e la Salernitana non sia amaro come tante altre volte in passato è accaduto. Per i ringraziamenti, poi, ci sarà tempo.
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