CLANDESTINI IN UN CONTAINER, PROTEZIONE PER LA BAMBINA DISABILE –

È coperta dalla massima riservatezza e dalla privacy la storia della bambina di 12 anni che ha commosso Salerno per il suo arrivo all’interno di un container dove ha viaggiato per giorni dalla Turchia ed è rimasta in attesa di un soccorso dal 20 novembre. La bambina è stata tratta in salvo ieri in un’operazione che ha consentito alla Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza e la Polizia di Dogana di individuare tra migliaia di container quello dove i clandestini avevano fatto il loro viaggio sulla nave “Vento di Grecale”. La bambina è nata con delle malformazioni alla nascita, in un piccolo villaggio dell’Iran e si muove su una sedia a rotelle. Le sue condizioni di salute non destano però gravi preoccupazioni se non per lo stato di disidratazione in cui è giunta al pronto soccorso dell’azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona di Salerno dove risultano complicate anche le comunicazioni per via del linguaggio, nonostante la presenza dei mediatori culturali.  La bambina non ha mangiato per giorni ed è ora ricoverata nel reparto di Pediatria, dove al suo fianco c’è la madre protetta dalla riservatezza e dall’affetto di medici e sanitari, ma anche dalla polizia che deve indagare sul viaggio irregolare. Non ci sono conferme sull’indiscrezione circolata che la piccola sarebbe stata vittima di violenze. All’apertura del container sono state trovate nove persone, per tre delle quali, compresa la bimba è stato necessario il trasporto in ospedale. Ma le indagini delle forze dell’ordine si stanno concentrando anche sulla possibile individuazione di chi ha consentito che quel viaggio fosse possibile. È chiaro che dal container prima dell’arrivo delle forze dell’ordine c’è qualcuno che è riuscito a fuggire via. La conferma dalla corda di stracci ancora in parte penzolante dalla colonna alta di container. Forse proprio chi si è occupato della trattativa per quella fuga  condotta in condizioni disumane. In pochi metri di spazio, nella scatola di acciaio in cui i clandestini hanno condiviso tutto anche un piccolo bagno di fortuna, c’erano coperte, avanzi di cibo ed anche urine conservate in bottiglie di plastica. Tante quelle ancora tiene ritrovate all’interno dello spazio dove era stato allestito anche un bagno di fortuna.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro