Saranno almeno 2000 i tifosi del Bari presenti domenica all’Arechi per la gara in programma alle 17.15 e che sarà occasione per rinnovare uno storico gemellaggio che affonda le sue radici negli anni ’80. La gara tra granata e galletti manca sugli schermi della Serie B da un po’ di tempo. Il fallimento del club pugliese ed il triennio in massima serie della Salernitana hanno dilatato l’attesa per una grande classica che tornerà a distanza di sei anni. L’ultimo incrocio tra le due formazioni risale alla stagione 2017-18. Il successivo fallimento del Bari costrinse la tifoseria pugliese a ripartire dalla D con l’avvento della proprietà De Laurentiis, anzi della multiproprietà della famiglia detentrice anche del Napoli. Materia pruriginosa e delicata, questa, che a Salerno ha diviso ed avvelenato il clima. Ci pensò la promozione in A della squadra di Castori a dare un taglio ad un cordone ombelicale che ha comunque mostrato di essere molto profondo e forte, visto che l’amicizia tra il club di Lotito, la Lazio, e quello di Iervolino, ossia la Salernitana, non è mai stata rinnegata dalle due dirigenze e la scorsa estate ha prodotto anche affari molto convenienti, forse più per l’una che per l’altra, con i trasferimenti di Tchaouna, previo versamento della clausola rescissoria, e Dia, prestito biennale con obbligo di riscatto, sulla sponda biancoceleste del Tevere da cui, dopo l’esonero di Sarri e la risoluzione del rapporto, ha fatto il percorso inverso Giovanni Martusciello. Il senatore Claudio Lotito anche di recente è tornato sulla questione prendendo spunto dal dibattito sulle seconde squadre. Pensare che due tifoserie molto legate alle proprie squadre e che hanno alle spalle storie importanti che in modo del tutto legittimo le autorizzano anche ad immaginare un futuro in cui non sia vietato coltivare sogni ed ambizioni abbiano vissuto, in un caso, e vivano ancora, nell’altro, situazioni di dipendenza e di subalternità alla casa madre va contro la logica stessa del tifo. Certamente, che si tratti di due proprietà importanti e capaci di amministrare un club e di fare calcio secondo determinati parametri è altrettanto innegabile. Il punto è un altro: la multiproprietà prima avvolge e poi stritola in qualche modo i sogni e non averla ancora abrogata, rinviando la soluzione del problema agli anni futuri, resta paradossalmente un argomento a favore di chi la sostiene. Domenica sarà gemellaggio e spettacolo sugli spalti dove sono attesi almeno 15 000 spettatori: loro e quelli che vedranno la partita da casa non chiedono altro che poter sognare cose belle per le rispettive squadre.
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