Tra gli applausi di circa quaranta operai questa mattina sono stati tolti dai carabinieri a Salerno i sigilli al Crescent, il complesso urbanistico che secondo il progetto avrebbe dovuto ospitare negozi ed alloggi. Riprendono, dunque, le attività della ditta titolare dell’appalto che potrà ricominciare a lavorare dopo un lungo periodo di inattività di oltre due anni. Il Crescent venne sequestrato nell’ambito di un processo per presunte irregolarità urbanistiche che vede coinvolto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, all’epoca sindaco di Salerno, e altre 21 persone. I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno (presidente Vincenzo Siani), infatti, hanno dato il via libera al dissequestro. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Lorenzo Lentini, legale del presidente Vincenzo De Luca e dei costruttori Elio ed Eugenio Rainone. L’iter era stato avviato già qualche settimana fa, quando i costruttori Rainone pagato la prima rata di un milione di euro per superare lo “scoglio” del versamento degli oneri. É stata anche trovata anche una scritta inneggiante ad Allah su una delle pareti del Crescent, il complesso urbanistico di Salerno che, secondo il progetto, avrebbe dovuto ospitare negozi e alloggi. La scritta è stata scoperta stamattina dopo la rimozione dei sigilli che consentirà la ripresa dei lavori della ditta appaltatrice. Su una parete è stata trovato il messaggio “Allah Akbar” (“Allah è grande”), forse lasciato da qualche senzatetto che aveva trovato rifugio tra le mura del Crescent abbandonato. Al momento sarà necessario mettere in sicurezza il cantiere nel quale sono presenti siringhe, pietre, rifiuti e altri oggetti lasciati da vagabondi e clochard. Secondo il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, si tratta di “una splendida notizia. Finalmente un altro percorso arriva a compimento. Non è possibile che imprenditori che intendono realizzare opere importanti siano sottoposti a estenuanti calvari. Se le cose non cambiano a livello normativo, saranno sempre di meno gli imprenditori che intenderanno investire i propri capitali con il rischio di essere bloccati”. Lo scorso 4 febbraio, si è tenuta l’ultima udienza del processo sul Crescent durante la quale è emerso che le autorizzazioni per la realizzazione dell’opera erano state presentate a un ente diverso da quello deputato a decidere. Le accuse contestate sono, a vario titolo, di falso in atto pubblico, lottizzazione abusiva e abuso d’ufficio. Resta ancora da sciogliere, quindi, il nodo della competenza sulla valutazione del piano paesaggistico. Secondo la legge, fino al 2009 le valutazioni non rientravano tra le competenze dei livelli regionali e non è accertato che il plico sia stato trasmesso alla direzione centrale del Mibac. Le successive udienze sono state fissate per il 23 febbraio e per il 14 e 18 aprile prossimi.
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