C’è un sistema di video sorveglianza e sensori collegato al reparto di neonatologia dell’Azienda ospedaliera Ruggi di Salerno che avverte il personale non appena si alza la serranda della culla termica situata all’interno della struttura sanitaria. A spiegarci il funzionamento è il primario del reparto Tin, la neonatologa Maria grazia Corbo per la quale a Salerno dove la culla termica è stata inaugurata nel 2017 non potrebbe mai verificarsi quanto accaduto a Bari, dove a distanza di giorni, e in maniera casuale, è stato ritrovato il corpo di un neonato ormai privo di vita. Le culle sono delle moderne ruote degli esposti, strutture cioè realizzate approssimante per salvare vite umane, dando la possibilità a mamme che non possono occuparsi della crescita dei piccoli di affidarli alla struttura sanitaria e di conseguenza avviare il percorso per l’affidamento e l’adozione da parte di altri genitori. A Salerno la culla termica non è mai servita fino ad oggi, anche perché, come ha spiegato la neonatologa Corbo, molte donne si avvalgono della possibilità offerta dal reparto di partorire in anonimato.
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