Alcuni mezzi militari italiani in disuso, diretti in Somalia, e ”probabilmente per il gruppo islamista Al Shabab”, sono stati sequestrati nel porto di Salerno. I mezzi dell’esercito italiano bloccati sono due camion che non avevano subito le trasformazioni per diventare ‘rifiuti’ o rottami ma che invece avevano mantenuto le funzionalità, a cominciare dai vetri oscurati all’ equipaggiamento degli interni. L’operazione è stata resa nota solo nella giornata di ieri dal direttore dell’ufficio interregionale delle dogane per la Campania e la Calabria nel corso di un’audizione in commissione Ecomafie che si trovava in missione a Napoli per ascoltare i vertici della Capitaneria di porto e della Agenzia delle Dogane di Napoli e Salerno, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle inchieste avviate per traffico transfrontaliero di rifiuti. ‘Dietro l’apparente invio di rottami destinati al recupero – viene spiegato alla commissione Ecomafie – si potrebbe nascondere un traffico illecito di materiale dual-use’, cioè a duplice uso, come è emerso da alcuni indizi sulla funzionalità dei mezzi dismessi dell’esercito italiano e sul fatto che questi reati, catalogati come reati ‘spia’, aprono spesso la pista a scenari ben più ampi. Ma non sarebbe l’unica traccia. ‘L’ufficio delle dogane di Salerno ha infatti riferito dei ”risultati di alcune indagini concluse” di recente che hanno ”portato al sequestro di rifiuti speciali diretti verso Paesi extraeuropei”. Le principali aree geografiche di destinazione dei rifiuti – classificati come veicoli, motori e loro parti – sono ”l’Africa e il Medio Oriente, rotta finale di molti traffici in partenza dai porti italiani”. Nel corso del 2014, secondo quanto riferito dai funzionari delle dogane, ”le destinazioni più frequenti dei rifiuti in relazione ad operazioni di esportazione si sono rivelate l’Egitto e il Marocco”. Inoltre il presidente della commissione Ecomafie, Alessandro Bratti, ha fatto presente che oltre alla questione dei rifiuti in Campania ci sono ”tante criticità che stiamo riscontrando nella gestione della depurazione delle acque” con ”aspetti decisamente preoccupanti, con rischio per ambiente e salute”. L’analisi della situazione sulla regione Campania da parte della commissione terminerà con un altra missione, la terza, prevista per la fine di ottobre.
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