A cavallo tra il secolo scorso e l’attuale, la Salernitana sarebbe stata per una stagione l’unica squadra campana in Serie A. Più precisamente nella stagione 1998-99, quando dopo la promozione nella massima serie che concise con la retrocessione in B del Napoli, i granata sarebbero stati gli unici rappresentanti della regione nel principale campionato italiano. E nonostante la loro presenza in A non andò oltre l’anno, i granata vissero durante quell’epoca quello che probabilmente è stato il loro miglior periodo di sempre. La squadra oggi impegnata nei playoff per andare in Serie A ha visto il suo nome alzarsi ad altissimi livelli oltre vent’anni fa, soprattutto grazie a due personaggi di rilievo. Il primo dei due è Marco Di Vaio, attaccante romano cresciuto nel settore giovanile della Lazio che nell’estate del 1997 approdò allo stadio Arechi per diventarne il grande idolo. Autore di 21 reti nella stagione 1997-98 il romano fu sia il capocannoniere della serie cadetta sia il grande trascinatore dei granata allo storico traguardo della promozione in A, categoria nella quale lo stesso Di Vaio avrebbe tirato la carretta l’anno successivo. Nell’annata 1998-99 i suoi 12 goal non bastarono però ai campani per salvarsi, e dopo la discesa in B Di Vaio fu comprato dal Parma. Durante le due stagioni all’Arechi, tuttavia, si fece notare sia per la sua abnegazione sia per la sua capacità di andare a rete, diventando così il più grande marcatore di sempre in un solo campionato per la Salernitana. La squadra campana, che in questi giorni si dovrà nuovamente cimentare con una sfida difficile come quella dei playoff promozione, nella quale il Frosinone e l’Empoli sono le favorite secondo le scommesse sportive disponibili in questo momento, non vive un momento di gloria da inizio secolo. Dopo l’addio di Di Vaio, infatti, e due annate di fila senza troppa gloria in B, la società campana decise di puntare tutto su un altro personaggio che avrebbe fatto la storia dell’Arechi. Si tratta di Zdenek Zeman, allenatore ceco con precedenti esperienze alla Roma e alla Lazio, e già autore di storiche prestazioni in Serie B con Palermo, Foggia e Messina. Il boemo, arrivato a Salerno nel 2001 dopo la fallimentare esperienza napoletana durante la stagione precedente, risollevò l’ambiente grazie al suo calcio virtuoso e con spirito offensivo, riuscendo a dare così alla sua squadra un’identità vera e propria. Facendo leva su talenti come quello del napoletano Giorgio Di Vicino e del brasiliano Babù, Zeman costruì una squadra che diede spettacolo e viveva di strappi in velocità e tanti goal, come dimostrano le 21 reti messe a segno dal centravanti Fabio Vignaroli, mai così prolifico nella sua carriera. Nonostante la Salernitana quell’anno non andò oltre il sesto posto, non riuscendo così a guadagnare la tanto agognata promozione, nel ricordo dei tifosi resteranno sempre le grandi e belle prestazioni fatte alla guida di Zeman, un tecnico che sarebbe rimasto sempre nel cuore della città, proprio come quel Marco Di Vaio capocannoniere anni prima.
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