In base al Rapporto dell’ISPRA sul Dissesto Idrogeologico 2021, in regione Campania, su un totale di 550 comuni, il 93,8% è caratterizzato da aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, pericolosità idraulica media ed erosione costiera: un quadro a dir poco allarmante come evidenziato dai recenti fatti di Ischia.
In Campania il 20,1% della popolazione residente (1.160.803 abitanti) vive in aree a pericolosità da frana. Il 5,0% (287.560 abitanti) in aree a pericolosità da frana elevata o molto elevata. In provincia di Salerno, in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata vive l’8,6% della popolazione (93.630 abitanti), 31.379 sono gli edifici a rischio (circa il 12,5% complessivo). Sempre in provincia di Salerno, la popolazione a rischio, residente in aree a pericolosità idraulica media è di 109.659 abitanti (10% della popolazione residente), mentre gli edifici a rischio sono 16.356 (6,5%).
“Il tema della tutela e della messa in sicurezza dei territori esposti al rischio idrogeologico ha sempre rivestito un’importanza straordinaria per l’ANCE Aies ed è stata al centro della nostra attività – afferma il presidente Vincenzo Russo – da anni abbiamo proposto di mettere in campo una politica di prevenzione, superando gli interventi di tipo emergenziale. Già nel 2016 – prosegue – avanzammo una proposta in materia di Riduzione Rischio Idraulico dei fiumi mediante interventi di Finanza Innovativa. Proposta quanto mai attuale, laddove le imprese di costruzioni vivono ancora la difficoltà di reperire materiali inerti”. La proposta avanzata dall’ANCE Aies risponde al nome di “PIANI DI MANUTENZIONI DELLE ASTE FLUVIALI”, progetto che ha lo scopo primario di conservare e proteggere il territorio dal dissesto idrogeologico e che consiste nell’utilizzo dei materiali di dragaggio delle aste fluviali da realizzare mediante procedure di partenariato pubblico/privato.
A tal proposito ANCE Aies Salerno ha già condotto degli studi preliminari sui bacini idrografici dei fiumi Sele, Calore e Alento. “Il recupero e l’utilizzo dei materiali inerti preveniente da tali interventi puntualizza il presidente Russo – assolve ad una duplice funzione, nell’ambito delle opere manutentive necessarie alla messa in sicurezza dei nostri fiumi. La prima è insita nella riprofilatura della sezione idraulica dell’alveo dei fiumi a tutto vantaggio della dinamica di deflusso delle acque nei casi di piena, mentre il secondo aspetto è prettamente legato alla fattibilità economico finanziaria dell’operazione nel suo complesso. I nostri modelli di studio prevedono di commercializzare il materiale prelevato.
La plusvalenza generata, oltre a garantire l’equilibrio del piano economico finanziario, consentirebbe la possibilità di finanziare ulteriori opere destinate alla manutenzione e protezione delle aree di intervento. Inoltre sarebbe possibile prevedere ulteriori interventi di finanza innovativa, attraverso il ripristino di impianti idroelettrici esistenti e/o prevedendo la realizzazione di impianti a biomasse solide per produrre energie elettriche. Il tutto seguendo le direttive europee proprio nei termini di economie circolari “green” per il settore delle costruzioni. Senza la programmazione di interventi strutturali sul fronte della prevenzione conclude Russo – la miscela esplosiva composta da fragilità idrogeologica e cambiamenti climatici, insieme al consumo di suolo e all’abusivismo edilizio, rischia di mettere regolarmente in ginocchio il Paese, rendendo perenni le emergenze”.