L’episodio registratosi negli uffici comunali venerdì mattina, quando una coppia di giovani coniugi ebolitani si è fatta prendere dalla disperazione per il peso della ricerca di abitazione ed occupazione, è occasione per fare il punto sulla situazione del disagio sociale in città, anche sottolineando mancanze ed emergenze. «Il disagio generato dalla disoccupazione e dal bisogno abitativo è diventato una vera e propria emergenza sociale nella nostra città con risvolti a volte eclatanti come quelli degli ultimi giorni», spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Lazzaro Lenza. Lo stesso amministratore, poi, rivela quali siano le critichità reali: «Nella programmazione della seconda annualità del Piano di Zona, quest’area è stata completamente ignorata. Nei servizi disponibili non è stato previsto alcun fondo per far fronte a queste situazioni ed i servizi sociali si trovano a fronteggiare quest’emergenza senza strumenti concreti e sono costretti ad arrangiarsi ed a far fede solo sulla propria disponibilità all’ascolto, alla comprensione umana ed all’attivazione della solidarietà della società civile. Non ci sono ricette buone per risolvere il problema in maniera definitiva, né bacchette magiche. Nella futura programmazione procederemo all’individuazione di spazi economici e progettuali per rispondere in maniera più concreta alle emergenze, consapevoli tuttavia che solo riattivando le energie individuali, senza ricorrere a forme anacronistiche di assistenzialismo, si possano individuare soluzioni a lungo termine per chi vive questo disagio». Poi Lenza accenna all’episodio di venerdì : «Anche in questa occasione mi piace sottolineare la grande umanità e la professionalità di chi opera nei nostri uffici e si prodiga anche oltre ogni dovere istituzionale per trovare soluzione alle tante emergenze che ogni giorno stiamo affrontando, in totale assenza di una programmazione per un’area così importante come l’emergenza lavoro e abitativa. I due giovani coniugi in questione sono ospitati a spese di una rete di solidarietà che ho personalmente attivato presso una struttura ebolitana, in questo modo abbiamo evitato che la disperazione potesse assumere aspetti ancora più preoccupanti». Lo stesso sindaco di Eboli, Massimo Cariello, ha voluto stigmatizzare l’episodio, guardando in prospettiva: «Quando ci sono casi limite, è giusto anche intervenire, ma ricordando sempre che il problema si affronta nella sua complessità, non certo per casi singoli. Né è ammissibile che certi obiettivi si possano raggiungere con la violenza e l’arroganza, ma piuttosto con il dialogo ed attraverso la pianificazione, cone stanno facedo i nostri assessorii ed i nostri uffici». Sul piano più generale, è il vicesindaco, Cosimo Pio Di Benedetto, a fare il punto della situazione. «Per nessun Comune è possibile mettersi fuori dalle assegnazioni previste dalle graduatorie – dice il vicesindaco -. Nemmeno deve passare il messaggio che ci siano situazioni più gravi o urgenti di alter: l’esigenza abitativa è uguale per tutti, a parità di condizioni. Possiamo, invece, come stiamo facendo, programmare le future dinamiche di assegnazione, soprattutto intervenendo sulle abitazioni occupate abusivamente di recente, più facili da liberare. Guardiamo alla realizzazone di una vera e propria rete, che metta insieme patrimonio, anagrafe ed uffici dei vigili urbani, in modo da avere un monitoraggio completo delle disponibilità e delle esigenze, che ci dia anche più possibilità di intercettare in tempo reale gli alloggi che si liberano. Anche per queso puntiamo sull’osservatorio delle abitazioni, sia case Iacp, che alloggi comunali. Rimane l’esigenza di rispettare le gradatorie e favorire il loro scorrimento, anche accelerando le istruttorie, circostanza possibile solo quando interverrà lo strumento della rete tra uffici».
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