Il Movimento Cinque Stelle si conferma primo partito in Campania con il 33,86%, seppur in netto calo rispetto al 54,5% che aveva raggiunto poco più di un anno fa alle politiche del 2018. I grillini si confermano prima partito anche in provincia di Salerno, dove però il comune capoluogo non tradisce il governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca e conferma di essere la roccaforte del Pd. In generale, ma anche in Campania impressiona il risultato conseguito dalla Lega di Matteo Salvini che arriva al 19,20% facendo registrare un incremento notevole rispetto a quanto emerse dagli scrutini di poco più di un anno fa. Rispetto a quei risultati è in ripresa il Pd che passa dal 12% del 2018 al 19%, ma resta dietro il partito di Matteo Salvini. Il
Ministro dell’Interno è stato il candidato più votato in assoluto ed anche in provincia di Salerno. Il suo nome infatti è stato scritto da oltre 29mila elettori, portando il vicepremier al primo posto. La Lega salernitana ha sostenuto in massa anche Lucia Vuolo. che ha buone possibilità di essere eletta poiché si trova in quarta posizione nel collegio Sud, mentre il rettore dell’Università di Salerno Aurelio Tommasetti si è fermato all’ottavo posto. In provincia di Salerno Tommasetti è terzo con 9.804 voti. 23mila elettori hanno invece espresso la loro preferenza per Franco Roberti l’ex capo della direzione investigativa antimafia nazionale ed attualmente assessore alla sicurezza della regione campania. Roberti nella circoscrizione meridionale è l’esponente più scelto dagli elettori con 135mila voti e l’accoppiata con l’ex consigliere regionale Anna Petrone trascina la stessa a 18 mila preferenze tremila in più di Silvio Berlusconi, il cui partito si afferma al 12%. In Forza Italia, Antonio Ilardi, uno dei volti nuovi del partito degli azzurri, si è fermato a 3.226 voti, dichiarandosi soddisfatto del risultato conseguito in trenta giorni di campagna elettorale che lo ha fatto attestare al terzo posto in provincia di Salerno. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni conquista il 5,82%, tra i più votati la leader nazionale (12.847) e Carmela Rescigno (11.997), che si è posizionata davanti al battipagliese Ugo Tozzi (9.430).
Nei 5 Stelle testa a testa tra Vito Avallone ed Enrico Farina, con il primo più votato per appena 10 preferenze su oltre 10mila 500, mentre l’uscente Isabella Adinolfi si è fermata a un soffio dalle 9mila. Niente da fare invece per +Europa: l’ex rettore Raimondo Pasquino si è fermato a 4.668 voti.
Dei primi verdetti delle elezioni europee sono quelli che riguardano gli sconfitti: tra i partiti maggiori falliscono l’aggancio alla soglia di sbarramento del 4% – e sono quindi esclusi dall’assegnazione dei seggi – +Europa, La Sinistra ed Europa Verde.
La Lega con il 34% ottiene un risultato storico (alle Politiche aveva il 17,4, alle Europee del 2014 il 6,2). Il Pd passa dal clamoroso 40,8% delle Europee renziane al 22 per cento (contro il 18,8 delle Politiche). L’astensionismo pesa sul risultato del Movimento 5 stelle che si ferma al 17% (alle Politiche aveva 32,7, alle ultime europee il 21,2).
Berlusconi non riece nel miracolo di resuscitare Forza Italia che sprofonda sotto quota 10% (dal 14% delle politiche all’8%). Netta la crescita di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, al 6,47%.