È stata uccisa e poi hanno cercato di bruciare il corpo: sono alcuni dei risultati dell’autopsia effettuata sul cadavere rinvenuto venerdì scorso, seminudo e carbonizzato, ad Ogliastro Marina, frazione di Castellabate.
Si tratta, come si era ipotizzato fin dal primo momento, di Silvia Novak, la tedesca di 53 anni di cui era stata denunciata la scomparsa martedì scorso.
Ad effettuare il riconoscimento è stato il compagno.
L’autopsia è stata eseguita nell’ospedale di Agropoli da parte del medico legale Adamo Maiese. L’esame irripetibile è durato circa 4 ore e, secondo il legale della famiglia, Felice Carbone, ha fornito elementi “importanti” nella ricostruzione della vicenda. Gli accertamenti, in primis, hanno confermato l’ipotesi dell’omicidio. Silvia sarebbe stata uccisa già nelle ore immediatamente successive alla scomparsa (avvenuta martedì 15 ottobre), mentre il tentativo di bruciare il corpo per cancellarne ogni traccia risalirebbe a qualche giorno dopo. È molto probabile, inoltre, che i due episodi siano avvenuti in luoghi differenti.
Sul corpo sarebbero state individuate anche lesioni che potrebbero essere compatibili con un’arma da taglio.
I risultati dell’autopsia saranno depositati entro sessanta giorni, ma la speranza dei familiari è che la svolta possa arrivare molto prima, magari anche grazie alla collaborazione di chi potrebbe aver visto qualcosa di utile alle indagini.
Nelle ore successive al ritrovamento del cadavere – abbandonato ad un centinaio di metri dall’abitazione dei Novak – i carabinieri della compagnia di Agropoli hanno ascoltato a lungo il compagno della donna, anche lui tedesco. L’uomo, che non è indagato, sarebbe stato scagionato dalle immagini registrate dalle telecamere: stava dormendo mentre la donna si è allontanata dall’abitazione. Sul caso, tuttavia, gli investigatori mantengono il riserbo.