Hai mai sentito parlare di eSports?
Se la risposta è no, non è poi così strano. Gli sport elettronici sono competizioni che vedono protagonisti singoli, o gruppi, sfidarsi a suon di tornei di videogiochi. Non tutti i videogame possono essere considerati adatti agli eSports, devono essere particolarmente dinamici e solitamente appartengono a generi specifici. In Italia, nonostante la crescita degli ultimi anni, la cultura degli eSports è ancora molto limitata rispetto ad altri paesi, come per esempio quelli asiatici. Ecco perché la maggior parte delle persone non ne conosce la denominazione! In Italia, infatti, al contrario rispetto ai paesi esteri, il videogiocatore non è ancora considerato uno professionista come può esserlo un calciatore tradizionale, anche se dalla Coni promettono che nel 2021 gli eSports avranno una loro federazione dedicata anche in Italia.
D’altronde l’eSport non chiede di essere equiparato ad uno sport tradizionale ma piuttosto un riconoscimento giuridico per poter professionalizzare il giocatore e renderlo legalmente più simile ad un atleta di professione e non amatoriale.
Nel frattempo, una notizia recente è che sono stati inclusi ufficialmente come sport ai giochi asiatici del 2022 che si svolgeranno in Cina.
Ovviamente quest’anno, più degli scorsi, molte più persone si sono approcciate agli eventi di eSports, soprattutto grazie alla visibilità data da alcuni sport tradizionali che, a campionati interrotti, hanno deciso di riprendere la stagione in modo alternativo. Un esempio è sicuramente quello della Formula 1 che, oltre a coinvolgere molti dei piloti del campionato reale, ha permesso agli eSports di essere conosciuti da un pubblico molto più vasto e variegato rispetto agli anni precedenti.
Le differenze tra gli eSports e gli sport “reali” però ci sono, e forse per questo ancora, i primi, non sono accettati completamente come legalmente simili ai secondi. Gli sport reali implicano sicuramente una preparazione fisica molto più pesante rispetto agli eSports, in cui è necessario un allenamento limitato alla coordinazione mano-occhio, ma comunque entrambi richiedono molta tecnica e tattica.
Inoltre, è più semplice partecipare ad un torneo di eSports, in questo periodo di pandemia, rispetto ad un torneo di calcio in presenza, ma ciò non vuol dire che gli eSports non abbiano sofferto comunque il momento. Anche loro, infatti, fino ad un anno fa, organizzavano molti eventi e le fasi finali dei tornei si svolgevano in presenza di un pubblico, tifoso e appassionato, spesso disposto a pagare un biglietto per assistervi. La popolarità di questi eventi è cresciuta così tanto che molti siti specializzati in scommesse, come Starvegas, si sono adattati e hanno dedicato una sezione specifica per questo.
Un punto in comune tra le due parti è anche la presenza di giudici di gara e commentatori, che in entrambe le situazioni sono chiamati a illustrare le mosse dei giocatori.
Allo stesso modo anche l’esperienza è un attributo fondamentale che accomuna sia lo sportivo tradizionale che il videogiocatore, in entrambi i casi è un valore aggiunto che va oltre il talento, altrettanto necessario, ma che comunque va sempre esercitato con la pratica quotidiana.
Le più grandi differenze le troviamo principalmente nell’accessibilità e nell’inclusività. Nonostante per gli eSports serva un equipaggiamento ben adatto alla competizione, per le discipline sportive tradizionali la spesa economica da sostenere è maggiore, basti pensare alle lezioni che l’atleta deve prendere durante tutta la sua vita, all’attrezzatura e ai viaggi per le trasferte.
L’inclusività invece è ciò che rende gli eSports praticabili da chiunque, cosa che negli sport tradizionali risulta opposta in quanto basati soprattutto sulle doti e caratteristiche fisiche dell’atleta.
Infine, in assenza di una regolamentazione che tuteli gli “sportivi” dell’ambito in questione, molti giocatori hanno ammesso di aver fatto uso di farmaci durante le sfide più importanti e questo potrebbe aver truccato i tornei.
Risulta chiaro dunque che, per quanto gli eSports possano avere delle differenze strutturali rispetto agli sport tradizionali, necessitano tanto quanto questi ultimi di una regolamentazione.