Quali sono le mascherine antivirus più protettive?
Le mascherine si dividono in due grandi categorie: quelle monouso che si buttano al termine della loro vita utile, e quelle lavabili e riutilizzabili. Bisogna sfatare fin da subito l’idea che i microrganismi, come il temuto virus responsabile della malattia chiamata Covid-19, si possano eliminare semplicemente con un lavaggio in lavatrice. Quando si tratta di virus e batteri, infatti, siamo di fronte a due tipologie di esseri che presentano moltissime differenze tra di loro. Si potrebbe quasi sostenere che ci sono fondamentalmente due sole caratteristiche che accomunano queste famiglie di microrganismi: le dimensioni microscopiche e il potenziale dannoso rappresentato da alcuni esponenti di entrambi i gruppi, ma non da tutti. Infatti può essere interessante scoprire non solo che esistono virus che non costituiscono una minaccia per l’organismo umano, ma anche che molti batteri convivono con noi all’interno di diversi organi e a sostegno di molti apparati, in primis quello digestivo.
A causa delle dimensioni estremamente ridotte che caratterizzano questi organismi, il metodo più efficace per contenere il loro passaggio da una persona all’altra passa attraverso l’uso della mascherina antivirus. Quelle che hanno dimostrato di essere le più adeguate per questo scopo sono le cosiddette FFP3, seguite a ruota dalle FFP2. Entrambi i dispositivi devono contare non solo sulla presenza di diversi strati, costituiti da materiali capaci di filtrare fino ai germi più piccoli, ma anche sulla caratteristica che ne prevede un uso individuale. Questo significa che le mascherine FFP2 e FFP3 possono garantire il livello di protezione più alto solo e soltanto nel momento in cui non vengono riutilizzate dopo il primo impiego. Va altresì sottolineato che il modo più efficace, per potersi assicurare degli stantard di prevenzione ad altissimi livelli, prevede che la mascherina venga estratta dall’involucro protettivo solamente dopo che le mani sono state disinfettate. Il metodo migliore prevede prima l’impiego dell’acqua e del sapone, da sfregare anche in corrispondenza degli incavi e delle zone sotto alle unghie, per poi proteggere a tutti i passaggi legati al gel idroalcolico. Questo va distribuito in maniera uniforme su tutti i lati delle mani e in ogni parte delle dita, per assicurare che la mascherina non entri in contatto con eventuali agenti patogeni prima di essere manipolata e indossata.
Quali sono le prossime tendenze, rispetto alle mascherine antivirus?
Ultimamente, va detto, è arrivata sul mercato una nuova tipologia di mascherine usa-e-getta dal potere filtrante, ovvero quella che corrisponde al codice KN95. Questo accessorio si sta diffondendo piuttosto velocemente e risulta molto apprezzato per la sua vestibilità, che lo rende comodo e versatile anche per chi deve lavorare a contatto con il pubblico per lunghi periodi di tempo nell’arco della giornata. Si tratta di una tendenza legata anche alla sicurezza che le mascherine antivirus KN95 sono in grado di offrire, unita a una novità che concerne la loro vestibilità. Questi nuovi modelli possono essere caratterizzati da un tipo di elastico innovativo, che è stato studiato per evitare al massimo le irritazioni e le abrasioni che i fili più sottili possono apportare a chi ha la pelle delicata o secca, soprattutto quando vengono usati a lungo e in modo ripetuto nel tempo. Gli elastici auricolari dei dispositivi KN95 risultano molto morbidi e confortevoli, oltre che facili e comodi da indossare. Ecco perché le mascherine di questo tipo sono largamente impiegate sia dai ricercatori, sia dal personale sanitario presente negli ospedali e negli ambulatori.
Quali mascherine è meglio preferire?
Nonostante nei luoghi pubblici siano ammesse anche le mascherine chirurgiche e quelle realizzate con la stoffa, è cosa nota che i dispositivi idonei a garantire una difesa realmente efficace siano quelli che vanno buttati dopo il loro impiego. Ma cosa si deve fare, se si è già in possesso di uno o entrambi i tipi di mascherine meno efficaci contro il covid? Per quanto riguarda le chirurgiche, può essere una buona idea quella che ne prevede l’impiego negli spazi aperti e non affollati, nei quali il distanziamento sociale risulta facile da applicare. Soprattutto in estate, per le escursioni in montagna oppure nelle spiagge poco frequentate, un accessorio di questo tipo può offrire un certo livello di protezione. Le mascherine di tessuto, invece, non costituiscono il metodo contraccettivo più indicato, soprattutto se sono già state lavate, perché l’eventuale contatto con virus e batteri non è facile da contrastare attraverso l’uso dei normali saponi. Sono comunque presenti in commercio mascherine di tessuto omologate, che si può scegliere di utilizzare in abbinamento a una monouso altamente filtrante. Così facendo, non solo si ottiene una protezione potenziale maggiore, grazie all’aumento degli strati che si interpongono tra naso e bocca e il mondo esteriore, ma si può anche approfittare delle possibilità di personalizzazione che la stoffa è capace di offrire. Del resto, nessuno ha mai detto che bisogna necessariamente rinunciare allo stile, quando si indossa la propria mascherina antivirus.