Se possibile il livello di scontro ora è più alto. I sindacati puntano un po’ tutti, politica, magistratura, associazioni e comitati, paradossalmente – ma neanche troppo – sono dalla parte dei datori di lavoro, nella fattispecie la famiglia Pisano che tutto vorrebbe tranne che mandare a casa gli operai di un’azienda che, fino a qualche tempo fa, non era in crisi, anzi. Questo in estrema sintesi il succo dell’assemblea svoltasi presso la sede delle Fonderie Pisano, l’assemblea sindacale indetta dalla Cgil per discutere della possibile delocalizzazione dell’impianto nel comune di Campagna. All’incontro ha partecipato anche il responsabile della Fiom Nazionale Maurizio Marcelli che, in particolare sulla chiusura dell’impianto, ha assunto una posizione molto drastica e netta sostenendo ad alta voce che le Fonderie Pisano sono state chiuse per reati di disastro ambientale che risultano quanto mai infondate in quanto secondo le analisi Arpac non esistono emissioni in atmosfera tali da provocare danni alla salute dei cittadini delle abitazioni limitrofe, a differenza di quanto sosterrebbe la Procura secondo cui i tumori della zona sono da attribuire solo ed esclusivamente alle Fonderie. Ma Maurizio Marcelli si è soffermato anche sulla vicenda di strettissima attualità, ovvero il progetto di delocalizzazione dell’impianto a Campagna. Per l’esponente della Fiom è una strada tutta in salita in quanto i tempi del trasferimento e costruzione di un nuovo stabilimento sono lunghi e stare fermi tanto tempo significherebbe far perdere tutti i clienti. “Siamo sindacalisti e non esperti di industria – ha detto Marcelli – ma contattati alcuni esperti abbiamo un piano con le nuove tecnologie per ridurre al minimo o a zero qualunque emissione in atmosfera e siamo pronti ad incontrare Legambiente, Green Peace, Wwf e altre associazioni per verificare la giustezza di tali interventi”. Marcelli ha anche aggiunto che si è pensato alla delocalizzazione del sito a Campagna in una zona industriale e non agricola proprio nel rispetto dell’ambiente: la nuova industria che sarà più grande, con tutti i 120 occupati potrà assumere anche altre forze lavoro da prendere proprio tra i residenti del comune stesso dove aprirà la nuova Fonderia.