Con un provvedimento d’urgenza della Procura della Repubblica di Salerno, firmato dal procuratore capo Corrado Lembo è stato disposto il sequestro preventivo dell’intero impianto delle fonderie Pisano. I reati, si legge nella nota della Procura, sono: scarico di acque reflue inquinanti; gestione illecita dei rifiuti speciali; emissioni nocive in atmosfera; danneggiamento di beni pubblici, violazione della normativa antincendio e sulla sicurezza dei luighi di lavoro, nonché abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica. Sette le persone indagate tra questi i Pisano e dei tecnici. Ad eseguire il sequestro la polizia giudiziaria dopo le indagini del Noe dei carabinieri. Sette persone risultano indagate sette persone: cinque co-amministratori, della famiglia Pisano: Guido, Renato, Ugo, Ciro, che è anche direttore tecnico, Mario – e due ingegneri, che sono indagati, invece, solo per l’illegittimità delle autorizzazioni. Si tratta dell’ ingegnere Antonio Setaro, dirigente ufficio regionale che ha curato la procedura regionale Aia, e del consulente ambientale Luca Fossati. A disporre il sequestro preventivo d’urgenza dell’intero impianto produttivo di via dei Greci è stata direttamente la Procura in quanto dagli accertamenti è emerso che l’impianto è privo di valida autorizzazione in quanto – si legge nella nota – quella esistente è illegitimma, illecita e inefficace. Non solo: le misure adottate dall’azienda durante un’odissea fatta di tre sequestri e di altrettante sanzioni amministrative, sono state definite – in seguito ai controlli dell’Arpac di Avellino e Caserta e dei carabinieri del Noe – «come meri palliativi inefficaci e inefficienti». Ai Pisano viene, inoltre, contestato lo scarico di acque reflue industriali in un’area protetta, poi, secondo l’accusa, sono stati smaltiti illecitamente rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, emettendo in atmosfera anidride solforosa e monossido di carbonio in misura superiore fino a dodici volte rispetto ai limiti di legge. Altra nota dolente, quella relativa alla prevenzione incendi: edifici, impianti, strutture e attrezzature non sono risultate protette, rendendo pertanto i luoghi di lavoro non sicuri per gli stessi dipendenti. La notizia del sequestro è arrivata a margine di un convegno sulla tutela dell’ambiente che si teneva alla Camera di Commercio di Salerno ed al quale partecipava il capo della Procura di Salerno, Corrado Lembo, che abbiamo ascoltato.
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