FONDERIE PISANO, TRE FRONTI DI BATTAGLIA

Comitato salute e vita. Noi per Salvini e Codacons. La battaglia contro l’inquinamento della valle dell’Irno che da anni concentra la sua attenzione sulla presenza delle fonderie Pisano nell’area di Fratte non conosce confini politici si rianima a distanza di mesi dal silenzio che ha accompagnato la presentazione del progetto di delocalizzazione facendo leva su tre fronti diversi. A rilanciare all’attenzione dell’opinione pubblica la preoccupazione sui danni causati dall’inquinamento ci ha pensato nei giorni scorsi il Codacons invitando i cittadini a partecipare ad una class action per chiedere il risarcimento di 10mila euro a famiglia. La nuova battaglia riparte dall’urgenza di una raccolta dati, finora mancata a Salerno, dove si registra un grave vuoto di monitoraggio. I dati, invece, fa notare l’associazione dei consumatori, sarebbero, di fondamentale importanza per riuscire a tracciare un’epidemiologia del territorio, cioè lo studio del rapporto tra malattie e ambiente. Nei giorni scorsi ad occuparsi delle fonderie e a rilanciare la necessità di delocalizzare l’industria ci hanno pensatoi anche i rappresentanti di Noi con Salvini in collaborazione con l’ associazione ambientalista locale IRNO C.A.T. (Cultura-Ambiente-Territorio. Un presidio davanti allo stabilimento per evidenziare che ad un anno dalla presentazione di tre aree proposte dal Consorzio Asi per delocalizzare le Fonderie Pisano, è stato fatto molto poco, se non le solite promesse”. Rispetto a questa iniziativa però la battaglia contro l’inquinamento è finita per diventare anche area di scontro politico. comitato e l’associazione Salute e Vita, presieduto da Lorenzo Forte si è dissociato dalla stessa manifestazione definendola un’operazione elettorale a fine solo di strumentalizzazione politica. “Il presidio è stato organizzato da una forza politica presente in Parlamento- ha dichiarato Forte- che finora non si è mai occupata della grave situazione che vive la Valle dell’Irno”.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro