E’ affidata ai giudici del tribunale amministrativo regionale la decisione relativa al ricorso contro il rilascio dell’aia, l’autorizzazione di impatto ambientale delle Fonderie Pisano di Salerno ma anche l’acquisizione dell’indagine Spes che la Regione ha affidato all’Istituto zooprofilattico di Napoli sulla popolazione residente in un raggio di tre chilometri dallo
stabilimento industriale. Per decidere i giudici potrebbero ritenere necessario acquisire lo studio e riuscire nell’impresa finora fallita al Comitato Salute e Vita ed anche al sindaco di Pellezzano Francesco Morra. Quella rilasciata al momento ed i cui risultati sono stati illustrati in una conferenza stampa è solo una parte dell’indagine. E ad onor del vero occorre aggiungere che rispetto a quanto emerso, cioè una presenza di diossina e mercurio superiori ai livelli di norma , il presidente del gruppo Pisano ha in una nota inviata al sindaco di Pellezzano francesco Morra fatto rilevare che non si tratta di sostanze prodotte nello stabilimento di Fratte e ha chiesto di sostenere la necessità di approfondire le indagini per capire chi inquina davvero il territorio Una versione non condivisa dal Comitato Salute e Vita per il quale come si legge in una nota “ogni volta che l’ARPAC ha fatto un’ispezione all’improvviso, ha trovato l’inferno in quella fabbrica. Inoltre il comitato ricorda che “nel 2014 l’ARPAC ha trovato nel fiume Irno dei sedimenti, solo a valle della fonderia, contenenti metalli pesanti superiori dieci volte i limiti consentiti dalla legge…nel maggio del 2017, al primo controllo non programmato dopo il dissequesto, sono stati sequestrati ventimila tonnellate di metalli pesanti pieni di olio e plastica… nel 2018 l’ARPAC scrisse che i fumi prodotti rappresentavano un “pericolo esiziale”, dunque mortale, perché non filtrati e contenenti di tutto, per i lavoratori e la popolazione vicinoria”.
Insomma due punti di vista opposti e domani nelle mani dei giudici la possibilità di dare una risposta e fare luce sulla verità.