FONDERIE PISANO, UN ALTRO RICORSO

Pubblichiamo il comunicato ricevuto dal Comitato Salute e Vita.  Il Comitato e l’Associazione “Salute e Vita” rendono noto che è in via di notifica il Ricorso al Consiglio di Stato per richiedere l’annullamento della ordinanza n. 174/2018 del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania. Tale provvedimento ha di fatto consentito alla Proprietà di riaprire l’azienda, nonostante la Regione Campania avesse espresso parere sfavorevole al rilascio del procedimento di VIA e avesse revocato l’ AIA. L’attività dunque con la sospensiva si sta svolgendo di fatt in totale assenza della autorizzazioni richieste e in aperta ed “autorizzata” elusione dell’obbligo di legge di attuare tutte le iniziative utili per superare le criticità rappresentate dal 2015/2016 in poi dall’ARPAC a seguito di meticolose e corrette rilevazioni effettuate sul campo.
Tale decisione è in aperta contrapposizione non solo con la recente sentenza della Corte Costituzionale che, esprimendosi in merito al decreto ILVA ha stabilito l’incostituzionalità dello stesso e che il diritto alla salute debba prevalere su quello al lavoro, ma anche con i trattati dell’Unione Europea che pongono la protezione della salute umana fra gli obiettivi della politica comunitaria in materia ambientale.
Nel ricorso, il prof. avv. Sandro Amorosino, avv.ti Francesco Lanocita e Simona Corradino, hanno evidenziato come i giudici, nella contrapposizione tra due valori costituzionali molto rilevanti, il diritto alla salute e quello al lavoro, ha privilegiato la prosecuzione di un’attività d’impresa che, nel corso degli anni, si è distinta per le numerosissime inadempienze certificate che hanno determinato pesanti criticità sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Di fatto essi hanno totalmente ignorato le recenti relazioni dell’ARPAC depositate a giudizio, che confermano le abnormi criticità riscontrate sia nel 2015/2016 che nel 2017 (nonostante le solenni dichiarazioni rese dalla Società di aver ottemperato alle prescrizioni volte al superamento delle criticità contestate), e sia degli allarmati risultati preliminari dello studio SPES, anch’essi tra gli atti del giudizio. In sostanza sono state accolte le istanze dell’imprenditore che viola la legge, mentre sono state ignorate le conclusioni tecnico-scientifiche riportate in atti prodotti da enti pubblici. Questi ultimi dimostrano in maniera inequivocabile il danno gravissimo ed irrimediabile provocato all’ambiente e alla salute pubblica a causa del persistere del grave inquinamento causato dal mal funzionamento dell’opificio industriale ormai obsoleto – negli impianti e nella gestione.
Concludiamo denunciando che dal giorno successivo alla ordinanza del TAR, in concomitanza con la riapertura dell’impianto, le emissioni acri, soffocanti e nauseabonde provenienti dalla fonderia hanno invaso nuovamente i comuni di Salerno, Pellezzano e Baronissi, così come testimoniato dalle numerose segnalazioni pervenute alle autorità. L’attività della Pisano è ripresa quindi con le stesse modalità di sempre, in totale spregio delle norme ambientali e delle prescrizioni fondamentali contenute nell’AIA del 2012.

Autore dell'articolo: Marcello Festa

1 commento su “FONDERIE PISANO, UN ALTRO RICORSO

    achille ciabotto

    (Aprile 17, 2018 - 11:46 am)

    uno scandalo quel cesso nero. vergogna… una collusione che manco in nigeria messico e venezuela

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