Indagine delle fiamme gialle di Arezzo, diretta dalla procura e sequestro preventivo di beni, disposto dal gip, per oltre 10 milioni di euro.
L’accusa è frode fiscale messa a segno sia nella provincia aretina che sull’intero territorio nazionale.
I finanzieri hanno individuato un’organizzazione con base ad Arezzo: i reati vanno dalla frode fiscale mediante l’evasione dell’Iva derivante della compravendita di metalli preziosi, all’auto riciclaggio, circa 1oo milioni accumulati illecitamente.
Il meccanismo era fondato sullo schema dell’interposizione fittizia di soggetti economici strumentali, le “cartiere“, e si è sviluppato tramite vorticosi scambi tra tre società. in Toscana, Campania e Lombardia che in soli 4 anni hanno ceduto ingenti quantitativi di metalli, oro e palladio, con false fatturazioni.
Proprio il ruolo svolto da una società cartiera di Salerno è risultato strategico: la stessa era amministrata da un prestanome ma di fatto gestita dai veitici dell’organizzazione, priva di una sede, nessun bilancio o dichiarazione dei redditi presentati, e non era iscritta all’albo degli operatori in oro della Banca d’Italia.
L’auto di uno dei membri era stata pedinata lungo l’A1, da Arezzo a Milano e alle porte della città lombarda il veciolo era stato perquisito, trovando oltre 8 chili di palladio e circa 700mila euro.
Altre 13 le consegne in nero di metalli tracciate.
Otto le persone indagate, tra corrieri, amministratori di fatto e semplici prestanome, residenti ad Arezzo, Milano, Roma, Caserta, Napoli e Matera.