Una giornata da dimenticare, di fuoco e di rabbia. Ancora un grave fatto violento all’interno delle carceri campane, segnatamente nella struttura detentiva di Fuorni a Salerno, che avrebbe avuto tragiche conseguenze se l’intervento degli Agenti di Polizia Penitenziaria non fosse stato tempestivo e provvidenziale. La denuncia è di Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che ricostruisce quel che è avvenuto: “Ieri, un detenuto marocchino ristretto nella III Sezione del carcere, già protagonista in passato di altri gravi eventi critici, dopo essersi barricato in cella ha incendiato materasso e altri arredi producendo materiale tossico tanto da mandare in ospedale otto poliziotti penitenziari in ospedale. Grazie all’intervento tempestivo degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio si è provveduto a spegnere l’incendio e riportare l’ordine e la sicurezza all’interno della Sezione stessa”.
Guacci spiega che “la Sezione detentiva in cui è avvenuto il gravissimo episodio da tempo doveva essere chiusa, in quanto destinata a Sezione reclusione – custodia attenuata, in realtà oggi è presente una promiscuità di detenuti. Difficile risulta la sistemazione degli stessi detenuti a causa del sovraffollamento della Casa circondariale di Fuorni, che oggi ospita 509 persone. Il SAPPE chiede ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria campana di procedere allo sfollamento soprattutto di questi detenuti definito visto che si tratta di una circondariale”.
Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Ormai è un bollettino di guerra dire quello che succede nei nostri istituti di pena, per adulti e minori: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto e sull’espulsione dei detenuti stranieri. Non si può continuare così: la tensione che si vive nelle carceri è costante e lo sanno bene gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti. Servono con urgenza provvedimenti. E la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere”. Da qui un appello urgente al Ministro della Giustizia Carlo Nordio ed al Capo DAP Giovanni Russo.