“Immagini di una città stupenda, ricostruzione storica di un “sistema” di potere che dura ormai da un quarto di secolo, denuncia di scelte urbanistiche infelici con cementificazioni vergognosamente invasive, ma anche rappresentazioni eccessive di uno pseudo provincialismo che caratterizzerebbe i salernitani che amano, invero, la propria città come pochi altri.
Oggi che il sistema è in declino spuntano, come i funghi, critici ed oppositori.
Ero poco più che un ragazzino quando iniziai ad impegnarmi avverso un modello di governo opprimente che, già era chiaro, volesse costruire una capillare rete di controllo sociale sulla città.
Già da allora denunciavo eccessi e scelte infelici. Lo facevo quasi da solo, con pochi amici, nel mentre intellettuali, esponenti della società civile, rappresentanti delle categorie produttive e politici più “esperti” gareggiavano nell’esaltazione più efficace del “progressismo” salernitano.
Era già chiaro che gran parte dell’informazione (con le dovute e coraggiose eccezioni!) e parte consistente delle Istituzioni, anche quelle di “controllo”, si erano “piegate” al sistema e ne favorivano il consolidamento.
Oggi è un altro giorno. E’ troppo facile. Quando il lupo è ferito in tanti diventano leoni”.