Le operazioni di identificazione della salma, per quanto in avanzato stato di decomposizione in quanto il decesso sarebbe avvenuto una decina di giorni fa, sono state particolarmente celeri anche perchè c’era da capire, comprendere, chi fosse quella donna, perchè si trovasse lì. Il cadavere ritrovato, ieri mattina, all’interno del cantiere dell’incompiuto Palazzetto dello Sport di via Allende è di una 81enne salernitana senza fissa dimora. Secondo una prima, sommaria ricostruzione, e in attesa dell’esame autoptico, la sfortunata donna sarebbe stata colta da un improvviso malore che l’avrebbe stroncata lì, sul
posto, senza darle scampo. Sul corpo nessun segno di violenza, nulla che potesse aprire a scenari diversi come pure in un primo momento era stato ipotizzato in considerazione, soprattutto della location dove il cadavere è stato ritrovato, appunto via Allende sempre più zona prediletta dalle “lucciole”. Nulla di tutto questo. Il cadavere è di una donna che viveva per strada e che molto probabilmente utilizzava lo scheletro della struttura per ripararsi dalle intemperie. Nessun efferato delitto, nessuna prosecuzione della striscia di sangue pure abbastanza inquientante che negli ultimi anni ha seminato panico e terrore tra le Lucciole ma un dramma della solitudine e dell’abbandono. A quanto pare, l’81enne di cui è doveroso non rivelare l’identità, viveva alla giornata, senza un tetto e la zona dello stadio Arechi era il luogo dove trascorreva le sue giornate. La clochard, vedova, per ripararsi dalle intemperie utilizzava come fissa dimora proprio il Palazzetto dello Sport, una delle grandi incompiute di Salerno, quello che nell’immaginario collettivo doveva rappresentare il tempio del gioco e del divertimento e che invece si è trasformato negli anni in ricettacolo di rifiuti ogni genere e da ieri anche teatro di morte.