GIORGIA MELONI: “L’INCHIESTA CLICK DAY CONFERMA LE MIE DENUNCE”

“L’inchiesta della DDA di Salerno, che ha portato a 36 indagati e svelato oltre 2mila richieste false di permessi di soggiorno, conferma ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli”. Affida così ad un post su Fb un suo commento la Premier Giorgia Meloni, il giorno dopo, l’inchiesta  su corruzione e immigrazione clandestina sulla truffa del Click Day, partita dalla Campania che ha portato la Procura di Salerno, ad emettere 36 misure cautelari personali nei confronti di professionisti, commercialisti, avvocati e stranieri e scoprire un giro d’affari di un milione di euro.

“Un sistema che speculava sull’immigrazione, sfruttando cittadini stranieri disposti a pagare pur di ottenere un permesso di soggiorno e alimentando un giro d’affari illecito da milioni di euro. Non a caso, ha scritto nel post Giorgia Meloni , abbiamo deciso di rafforzare i controlli per impedire che le quote di ingresso regolare finiscano nelle mani di chi sfrutta l’immigrazione per fare affari. E non a caso, ho presentato un esposto all’Antimafia per fare luce sulle troppe anomalie di questo sistema. L’immigrazione – conclude la premier – non può essere lasciata in balìa della criminalità. Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità”.

Nel mirino delle indagini della Procura di Salerno le false pratiche per permessi di soggiorno agli immigrati, che, secondo la tesi degli inquirenti, avrebbero pagato ingenti somme per avere il permesso di soggiorno, tra i 7 e gli 8 mila euro. Altrettanti sarebbero state anche i falsi contratti di lavoro per restare in Italia. L’indagine collegata al blitz dello scorso  mese di luglio ,  ribattezzata “Click Day”, attenzionato un cospicuo numero di immigrati in Italia nel biennio 2021-22.

La base operativa sarebbe stata la Campania, e precisamente il territorio del Comune di Capaccio Paestum. Tra i destinatari delle misure anche il tesoriere del Pd della Campania, Nicola Salvati, sospeso dal partito dopo l’inchiesta. Sul fenomeno sul quale stavano già indagando i giudici, aveva acceso i riflettori la stessa Premier Giorgia Meloni, che a giugno del 2024 aveva lanciato un alert e presentato un esposto al Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo.

“Mentre il Pd a livello nazionale continua a criticare quotidianamente il Governo Meloni per le sue politiche contro gli ingressi illegali di migranti, in Campania oggi è stato arrestato il tesoriere regionale proprio del Partito Democratico, nell’ambito di un’inchiesta che contesta a decine di indagati le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio”. Lo dichiara la deputata salernitana di Fratelli d’Italia Imma Vietri commentando l’inchiesta della Procura di Salerno. “Fatto salvo il principio di presunzione di innocenza, è molto grave che un importante esponente del Pd – scelto finanche come tesoriere e quindi ritenuta persona di fiducia dai vertici del partito, che è stato anche vice sindaco di un comune della provincia di Napoli – resti coinvolto in un’inchiesta finita alla ribalta nazionale per la gravità delle accuse mosse dalla Procura Distrettuale di Salerno. Chissà se la segretaria Schlein romperà l’assordante silenzio dietro cui ha deciso di nascondersi da tempo rispetto alle vicende giudiziarie che coinvolgono più esponenti salernitani e campani del suo partito, tra presidenti di Provincia, consiglieri regionali e dirigenti. Prima di attaccare strumentalmente il Presidente Meloni e Fratelli d’Italia, impegnati costantemente nella difesa dei confini e delle vite umane, la segretaria del Pd farebbe bene a guardare in casa sua” conclude Vietri.

Autore dell'articolo: Barbara Albero