Il campionato di serie A2 2018/2019 sta per volgere al termine, ma per la Givova Scafati, che ha concluso la stagione agonistica insieme alla regular season, è già tempo di bilanci. Un torneo, quello terminato lo scorso 20 aprile, fatto di alti e bassi, di profondi cambiamenti in corso d’opera, di problemi, di infortuni e di tanta sfortuna, che ha reso comunque soddisfatti i vertici societari, già al lavoro per programmare, in presenza di giusti stimoli e risorse finanziarie, il futuro dell’intera compagine gialloblù.
A stilare un bilancio stagionale ed un quadro lucido della situazione è il patron Nello Longobardi: «Abbiamo terminato un campionato molto particolare e singolare, che ci ha fatto vivere momenti belli ed altri meno belli. Abbiamo affrontato una lunga serie di problematiche, molte delle quali hanno esulato da ragionamenti prettamente tecnici, come ad esempio il cambio di allenatore, la consequenziale modifica degli assetti ed i tanti infortuni, in particolare quello di Tommasini, il nostro playmaker titolare, che ha dapprima giocato al 30% delle sue possibilità, per poi essere operato chiirurgicamente, costringendoci a fare a meno di lui per quasi tutto il resto del campionato. Tutto sommato, siamo riusciti a disputare un buon torneo che, senza l’esclusione di Siena, ci avrebbe sicuramente dato maggiori soddisfazioni. Quanto alla squadra, abbiamo avuto un Thomas che in casa ci ha fatto vedere cose egregie, un po’ meno lontano dal PalaMangano, come recitano chiaramente i suoi numeri, a testimonianza delle difficoltà che abbiamo avuto in trasferta. L’altro statunitense Goodwin ci ha dato qualche buon numero, ma avrebbe potuto sicuramente fare molto di più. Il gruppo di italiani è stato di ottimo livello, compresi gli ultimi arrivati Passera, Pavicevic e Tavernari, quest’ultimo sicuramente meglio di Italiano e Sgobba, nonostante una condizione fisica non ottimale. Lo staff tecnico, sanitario e manageriale ha fatto un buon lavoro: coach Lardo, benché sia subentrato a stagione iniziata in una squadra non allestita da lui, è riuscito ad ottenere comunque ottimi risultati. Il futuro? Entro questo mese cercherò di incontrare il main Sponsor Givova ed il presidente Rossano, sebbene quest’ultimo abbia già rappresentato la propria volontà di non proseguire, con l’intento di capire in maniera approfondita se e come approntare la programmazione. Un nodo da sciogliere resta ancora il PalaMangano, che ci è costato caro non solo in termini di utilizzo, ma anche in ottica contenziosi aperti con l’ente comunale, soprattutto alla luce delle elezioni alle porte e di colui che sarà eletto sindaco, perché, tra i candidati, non tutti hanno mostrato finora il giusto interesse verso la pallacanestro. Ho apprezzato molto, in tal senso, l’iniziativa intrapresa dai gruppi organizzati dei tifosi di basket e calcio, che hanno presentato una serie di quesiti ai candidati sindaco, che condivido pienamente, ottenendo dalle loro risposte una buona percezione sul concreto e reale obiettivo di qualcuno di essi di puntare sulla crescita e valorizzazione dello sport e dei pregi dallo stesso portati, ovvero aggregazione, formazione e socializzazione, soprattutto tra i più piccoli. Il pubblico ci è stato vicino, ha riempito il PalaMangano con almeno 1.500 unità ogni domenica, grazie anche al lavoro di marketing, comunicazione e relazioni esterne, che ci ha permesso di avere sempre una buona affluenza in una struttura fatiscente. Ora dobbiamo reperire i fondi per poter programmare il futuro ed ho bisogno di avere intorno a me persone disposte ad investire e a credere nel progetto che da tanti anni portiamo avanti: nodo questo, da sciogliere nelle prossime settimane, che è di basilare importanza ed intorno al quale gravita tutta la programmazione. Altre società mi strizzano l’occhio, ma io spero di trovare un gruppo di nuovi imprenditori che si uniscano a me, ad Alessandro Rossano e al main sponsor Givova, che sposino tutti insieme un progetto importante qui a Scafati, per continuare a portare in alto, per meriti sportivi, il nome della nostra cittadina in tutto lo Stivale, così come già accade da oltre cinquant’anni di storia societaria e da trentadue anni di mia personale gestione e presenza nel club. Per andare avanti, per proseguire nell’opera e nel lavoro fin qui svolto egregiamente, c’è però bisogno di coprire almeno il 50% del budget complessivo, perché dell’altra metà sono disposto a farmi carico da solo; ma entro la fine di questo mese di maggio ho bisogno di intercettare nuove risorse e nuovi investitori, per programmare seriamente la prossima stagione agonistica e soprattutto stilare un progetto ambizioso e lungimirante».