Il calcio si ferma, la serie B non fa eccezione. La Salernitana incrocia le braccia per 28 giorni, considerando l’arco di tempo tra il day after di Perugia e la vigilia della partita che potrebbe essere contro Cremonese o Pisa, a seconda di ciò che la Lega B stabilirà. Sempre che il 5 aprile l’allarme Coronavirus sia rientrato. Nella centenaria storia dell’ippocampo solo in altre due occasioni vicende extracalcistiche hanno costretto i granata ai box per almeno due settimane consecutive. Mai per tre.
Nel secolo di vita del cavalluccio marino restano impresse le emergenze dell’agosto-settembre 1973 e del novembre-dicembre 1980. La prima fu di stampo sanitario, anche se dai contorni più circoscritti, allora come oggi con l’ospedale Cotugno di Napoli in piena attività. Un’epidemia di colera ebbe origine in Campania, fece scattare l’allarme e chiudere molti stadi. Furono rinviate due partite di Coppa Italia di C e la prima di campionato (Frosinone-Salernitana, poi recuperata in un turno infrasettimanale), ma non la seconda contro la Turris. Il digiuno di impegni agonistici durò 22 giorni.
E poi, il terremoto del 1980 che rase al suolo l’intera Regione, la sera del 23 novembre. Nel pomeriggio la Salernitana aveva pareggiato contro la Turris sul prato del Vestuti, che di lì a poco sarebbe diventato vera e propria tendopoli per ospitare gli sfollati. Furono rinviate due gare, la trasferta di Campobasso e quella interna col Cosenza. I calciatori all’epoca allenati da Leonardi rientrarono nelle rispettive città, sospendendo gli allenamenti per dieci giorni. Il campionato riprese il 14 dicembre a Francavilla per i granata, che quattro giorni prima erano comunque scesi in campo a Martina Franca per la Coppa Italia.
Da allora la Salernitana, che prima del sisma era sesta in classifica, non riuscì più a brillare e si salvò all’ultima giornata grazie alla classifica avulsa. Due weekend con campionato fermo si sono verificati anche in tempi più recenti, ma per motivi decisamente meno gravi. Nel 2003/04 saltarono le prime due giornate a causa della protesta di 19 club contro la B allargata a 24, dopo i ripescaggi del “caso Catania” che avevano favorito anche la Salernitana di Stefano Pioli. La gara interna dei granata contro il Palermo del 30 agosto e la trasferta di Torino del 7 settembre furono rinviate (come tutte le altre) e poi recuperate con turni infrasettimanali nel corso della stagione. I granata rimasero senza partite dal 17 agosto (Coppa Italia col Napoli, 0-0) all’11 settembre. Anche nel precedente torneo erano saltate le prime due giornate, per via dello sciopero dei club per la mancata copertura delle pay-tv. In quel frangente, però, la regolare disputa dei gironi di Coppa Italia lenì le “sofferenze”: di fatto, lo stop fu dal 26 agosto all’11 settembre 2002.