La terza volta di Angelo Gregucci a Salerno. Il neo trainer granata torna alla guida dell’ippocampo dopo quattro anni dall’ultima volta, dopo la parentesi della nazionale al fianco dell’amico di sempre Roberto Mancini e dopo avere scritto anche un libro: “Il colore dei miei sentimenti”, in vendita da neppure un mese. Gregucci ha fiurmato un contratto di un anno e mezzo e rinnovo automatico (a cifre quasi raddoppiate) in caso di promozione in massima serie. Il tecnico di San Giorgio Ionico torna per la terza volta sulla panchina granata e si porta dietro soltanto il suo storico vice, Giuseppe Ton. L’allenatore avrebbe voluto con se anche un altro elemento del suo staff, ma la Salernitana ha accettato soltanto il secondo, garantendo sulla qualità e professionalità dei collaboratori attualmente a busta paga di Lotito e Mezzaroma.
La fumata bianca era già arrivata nella tarda mattinata di ieri, dopo una serie interminabile di incontri, appuntamenti, consulti e face to face con i principali candidati a raccogliere il posto lasciato vacante da Stefano Colantuono. Tutto si è deciso a Roma. Gregucci ha confermato di meritare la pole-position che aveva rispetto a tutti gli altri candidati (Calori, Galloe Aglietti). Il tecnico, con un passato importante da calciatore della Lazio, ha convinto la proprietà e si è convinto del progetto Salernitana. Del resto, l’allenatore aveva già lavorato con Lotito, Mezzaroma e Fabiani nell’anno in cui proprio il diggì aveva preso in mano le redini dirigenziali, esonerando Perrone (dopo il ko di Pontedera) e chiamando al capezzale della squadra proprio il tecnico di San Giorgio Ionico.
Gregucci-ter, insomma, quattro anni dopo quell’amara eliminazione senza appello ai play off ad opera del Frosinone e quattordici dopo la prima volta, quando a capo della Salernitana c’era Aniello Aliberti. Ancora da subentrato in corsa. L’ex difensore della Lazio si unisce a Perrone e Tom Rosati, fino a ieri i soli ad aver avuto modo di tornare tre volte, in differenti stagioni e con intermezzi. Al netto, naturalmente, dei traghettatori storici, Saracino, Gigante e Valese.
Il neo allenatore aveva voglia di tornare a respirare aria di campo e vivere quotidianamente il rapporto coi calciatori, tecnico e umano. Da tempo aveva confessato ai suoi collaboratori di voler cercare un’avventura da solista. La stessa cosa l’aveva svelata e l’ha confermata al Mancio. Prestigioso, certo, fare il collaboratore tecnico in Nazionale. Altro discorso però fare l’allenatore. Della Salernitana poi. Per Gregucci che non allena in B dal 2012 la chiamata di Lotito e Mezzaroma è stata come manna dal cielo.
Con l’attuale proprietà il rapporto lavorativo si concluse nel 2014 con l’eliminazione ai quarti di finale playoff, a Frosinone. Si narra di forti contrasti nello spogliatoio del Matusa, quella volta. Poi, un addio al veleno e allenamenti balneari fino a giugno. Un rapporto incrinato con Fabiani, poi recuperato anche grazie alla mediazione di Mezzaroma con cui esiste e resiste un’amicizia di vecchia data. Dai tempi in cui uno giocava nella Lazio e Mezzaroma era dirigente della Roma, di proprietà dello zio Pietro. Da oggi, il trainer granata avrà il compito di risollevare la Salernitana con un unico obiettivo: rialzare la testa e conquistare almeno i play off. Almeno.