Due gare esterne di fila attendono la Salernitana e c’è da augurarsi che Angelo Gregucci si confermi allenatore da trasferta. Da quando è tornato sulla panchina granata, infatti, il trainer pugliese ha ottenuto una vittoria (a Palermo) e due pareggi (con Cosenza e Padova) nelle tre gare disputate dalla Salernitana lontano dall’Arechi, dove, invece, ha incassato tre sconfitte a fronte dell’unica vittoria (col Foggia). Cinque punti in tre gare esterne, tre in quattro all’Arechi: è una Salernitana dai due volti quella che Gregucci sta plasmando e che deve ancora trovare equilibrio ed identità. Nell’attesa che
si torni a far rispettare la legge dell’Arechi, non resta che aggrapparsi al buon rendimento esterno fin qui ottenuto sotto la guida di Gregucci tanto più che ora la Salernitana è attesa dalle gare con Ascoli e Verona. I marchigiani sono reduci dal turno di riposo e devono recuperare la gara col Lecce, interrotta dopo pochi minuti per l’infortunio choc occorso a Scavone. I veneti sono nel pieno di una crisi tecnica che non è ancora sfociata nell’esonero di Grosso, ma di sicuro contro la Salernitana saranno dinanzi ad un bivio. Un po’ come la Salernitana che dall’esito di queste due gare esterne riceverà indizi
probabilmente definitivi circa il ruolo che dovrà recitare nel finale di stagione. Per la gara di sabato, Gregucci dovrà decidere se lanciare Calaiò dal primo minuto o riservarselo come carta da giocare in corso, dando ancora fiducia a Jallow e, magari, provando a cambiare qualcosa sulla linea dei trequartisti dove potrebbe toccare a Rosina. In difesa potrebbe scoccare l’ora di Bernardini.